Una riunione d'emergenza all'Onu per il cessate il fuoco nello Yemen

Da Mosca la richiesta di mettere fine alle ostilità, mentre i sauditi vogliono un embargo contro i ribelli

Yemenita in piazza a Sana'a, per protestare contro i bombardamenti
Yemenita in piazza a Sana'a, per protestare contro i bombardamenti

Inizierà nel pomeriggio una riunione a porte chiuse delle Nazioni Unite, convocata per rispondere alla crisi in atto nello Yemen e provare a negoziare un cessate il fuoco, dopo che una settimana di bombardamenti da parte di una coalizione pan-araba guidata dall'Arabia Saudita e scontri sul terreno hanno provocato già più di 500 vittime e 1.700 feriti.

È stata la Russia, portavoce in questo caso anche degli interessi iraniani, a proporre una tregua umanitaria, che potrebbe portare i sauditi di interrompere i bombardamenti, mentre dal Golfo arriva la richiesta di un embargo sulle armi e di sanzioni contro i ribelli houthi, che da febbraio controllano la capitale yemenita Sana'a e nelle ultime settimane sono avanzati verso sud, verso la roccaforte governativa di Aden, ancora contesa.

Ieri gli attacchi dall'alto hanno costretto i miliziani a indietreggiare, dopo che erano riusciti a prendere brevemente il controllo anche del distretto centrale della città. Ma a preoccupare non sono soltanto le azioni dei ribelli e degli alleati fedeli all'ex presidente Saleh, perché di attori in campo ce n'è più di uno.

Gli estremisti di al-Qaida nella Penisola arabica (Aqap), da sempre forti nello Yemen, stanno spingendo sulla città portuale di Mukalla, che secondo alcune testimonianze in gran parte sarebbe sotto il loro controllo.

Due giorni fa i jihadisti hanno organizzato un'evasione di massa dalla prigione cittadina, durante la quale sono riusciti a far fuggire anche un comandante del gruppo, Khaled Batarfi.

A dimostrarlo due foto che lo ritraggono nel palazzo presidenziale di Mukalla, pubblicate oggi.

Mentre alle Nazioni Unite si discute su come fermare le violenze, il Paese è di fatto senza un leader, con il presidente Hadi fuggito da diversi giorni, ma che l'Onu considera il legittimo presidente yemenita.

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