New York - È morto ieri all’età di 94 anni, nella sua casa di Belmont in Massachusetts, il Nobel per l’economia, Paul Samuelson. A dare l’annuncio del decesso, il Massachusetts Institute of Technology. Con i suoi studi, Samuelson ha contribuito a porre le basi della moderna economia ed ha ottenuto successo per i suoi lavori nell’applicare rigorosi metodi matematici per il bilanciamento della dinamica tra prezzi e domanda e offerta.
«Paul Samuelson ha trasformato ogni cosa che ha toccato: le basi teoretiche del suo campo di ricerca, le teorie economiche che ha insegnato in giro per il mondo, il carattere e la statura del suo dipartimento e le vite dei suoi colleghi e dei suoi studenti», ha commentato il presidente del Mit Susan Hockfield, in un comunicato. Samuelson è stato il primo americano ad essere premiato con il Nobel per l’economia nel 1970. L’Accademia svedese nell’assegnare il prestigioso riconoscimento lo motivò per il fatto che lo studioso «ha dato più degli altri economisti un contributo fondamentale per alzare il livello dell’analisi scientifica nella teoria economica». Per Samuelson infatti la matematica è stata sempre essenziale nell’analisi economica.
Il presidente della Fed Bernanke, suo ex studente, lo ricorda come uno dei maggiori teorici del Novecento. A lui dobbiamo, in particolare, il metodo della statica comparativa in economia, cioè basato sul principio della termodinamica: ogni sistema reagisce alle modifiche esterne minimizzandone l’impatto. Tra i suoi discepoli spiccano grandi figure e premi Nobel come Franco Modigliani, Paul Krugman e Joseph Stiglitz. Era stato Samuelson a spiegare ai leader americani e del mondo intero le qualità della filosofia di John Maynard Keynes, ed uno dei suoi alunni era stato il presidente Usa John Fitzgerald Kennedy, all’inizio degli anni sessanta. Per molto tempo, Samuelson è stato messo in antitesi a Milton Friedman e ai suoi colleghi della scuola di Chicago, diventati celebri per le teorie liberiste che diedero poi vita agli anni della espansione americana durante la presidenza di Ronald Reagan.
Le teorie neo-keynesiane di Samuelson, invece, sono tornate alla ribalta nel 2008, quando è iniziata una recessione mondiale senza precedenti dai tempi della Grande Depressione. Molti hanno rimpianto i suoi allarmi inascoltati per la deregulation eccessiva che l’economia e la finanza avevano fatto registrare negli ultimi tempi.
La notizia della morte dell’economista ha fatto il giro del mondo: «È stato il primo Premio Nobel per l’Economia e resta il migliore.
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