Una mostra per i cent'anni dei misteriosi graffiti della Val Camonica

A Brescia esposte le immagini di migliaia delle incisioni rupestri di Cemmo, il primo sito italiano proclamato dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Fra i disegni scoperti un secolo fa anche la rosa camuna, il simbolo della Regione Lombardia

Cent'anni fa un alpinista di Brescia, Gualtiero Laeng notò che sui Massi di Cemmo in Val Camonica c'erano strani e misteriosi graffiti e li segnalò al Comitato nazionale per la protezione del paesaggio. Fu l'inizio di una storia di scoperte e studi che dura tutt'ora e ha portato alla creazione di un database di circa 300 mila disegni tracciati nell'arco di ottomila anni, che testimoniano antiche forme di culto, ma anche l'economia e la vita quotidiana tra il Paleolitico e l'epoca protostorica, ora in mostra sino al 10 maggio a Palazzo Martinengo a Brescia. E fu l'inizio anche della storia di un disegno enigmatico, la rosa camuna, che poi fu scelto, bianco in campo verde, come simbolo della Regione Lombardia.
Nel 1979, poi, quei luoghi della Val Camonica divennero il primo sito italiano dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco. E oggi il nostro Paese è quello che ne vanta più di ogni altro al mondo.
«La Valle delle incisioni: Cento anni di scoperte - Trenta anni con l'Unesco» è il titolo di questa esposizione, curata da Raffaella Poggiani Keller, archeologo della Soprintendenza regionale lombarda, che ha ideato un percorso per rivivere e seguire la storia della scoperta e delle ricerche sull'arte rupestre camuna, facendo il punto sugli studi, presentando documenti, relazioni, lettere, disegni, fotografie, mappe, assieme a alcune steli graffite mai esposte prima d'ora.
Ci sono, tra l'altro, i famosi, bellissimi cervi che paiono galoppare nell'aria con le loro lunghe corna ramificate, e c'è un esempio di quei carri affascinanti, trainati da animali e con una curiosa, ingenua prospettiva che ne propone attorno, appiattite in quattro cerchi, le ruote a raggi. E come per ricostruire i siti reali, le pietre sono esposte in ambienti resi teatralmente suggestivi con immagini e quinte che restituiscono atmosfere di boschi, con a terra un tappeto di foglie secche.
Il tutto è stato realizzato dal ministero per i Beni e le attività culturali e la Provincia di Brescia come invito alla visita delle incisioni rupestri della Val Camonica. A corredo della mostra sono esposte le immagini del fotografo Emmanuel Breteau, che mostrano il valore e il senso delle incisioni, che attraversano il tempo che va dalla preistoria sino all'età storica moderna e sono diventati un elemento identitario della cultura camuna.

Un bel catalogo, sempre a cura della Poggiani Keller, ricco di immagini e carte, riunisce scritti di vari studiosi che fanno il punto sullo stato delle indagini archeologiche che si sono concentrate sul tesoro camuno.

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