Kawasaki W800, piacere vecchio stile

Kawasaki rievoca i tempi della meccanica semplice e delle strade polverose con W800. Ha un’azzeccatissima linea classica ma soluzioni tecniche moderne; è facile da guidare per chiunque ma, quando si alza il ritmo, sa essere gratificante

Kawasaki W800, piacere vecchio stile

“Complimenti! E’ tenuta benissimo”.
Non sa il biker di terza età che mi attacca bottone al semaforo che quella cui sono in sella non è una Kawa degli anni ’60 ma una W800 Special Edition, in listino a 8.730 euro.
In effetti la linea è classica che più classica non si può e somiglia molto alla mitica W1 del ’66: faro rotondo, ruote a raggi e meccanica a vista. C’è persino in bella mostra l’alberello a coppia conica che movimenta la distribuzione.

Classica sì, ma non le mancano personalità e nemmeno una certa dose di cattiveria nell’aspetto date dalla livrea nero-arancio o da alcuni dettagli di colore nero opaco, come le marmitte “a bottiglia”, o ancora le gomme leggermente scolpite, che lasciano intendere che la W, come le moto di una volta, è pronta a tutto, anche ad affrontare uno sterrato leggero.
Per questo motivo in sella alla W800 ci siamo spinti fino in Toscana, gironzolando per le strade bianche del senese.

In sella, ci si sente subito a proprio agio: sella bassa e comoda, manubrio largo e leggermente chiuso; all’avvio, il bicilindrico in linea raffreddato ad aria non vibra ed è molto silenzioso. Colpisce la facilità di guida della W sin dai primi metri e in questo assomiglia molto alla Triumph Bonneville.
Con i suoi 48 cavalli non è un mostro di potenza e, se cercate accelerazioni brucianti, avete decisamente sbagliato moto. Piuttosto ci è piaciuto gustarci la W800 sulle strade tutte curve, senza fretta, con le marce alte visto che il motore ha una gran coppia ai bassi regimi ed è molto regolare nella progressione; solo in quinta (l’ultima marcia) le manca un po’ di tiro ma per il resto l’erogazione è sempre piuttosto corposa.

Il baricentro basso, insieme all’ottimo equilibrio generale, la rende rapida nei cambi di direzione; le sospensioni poi lavorano discretamente e la sorreggono bene anche quando si prova a forzare un po’ il ritmo.
Quanto ai freni, bisogna prendere un po’ le misure con quello anteriore (con disco singolo da 300 mm) a cui manca un po’ di mordente; quello posteriore invece (a tamburo, come impone lo stile classico) è invece molto efficace.
Le manca ogni protezione aerodinamica ma a velocità codice l’aria in faccia non è fastidiosa, e comunque a catalogo c’è anche un cupolino con parabrezza.
Consuma poco (con una certa parsimonia si raggiungono tranquillamente i 20 con un litro) ma l’autonomia è limitata dal serbatoio piccolo.

Insomma, se siete in cerca di una classica

che non infonda solo nostalgia ma stimoli la voglia di stringere tra le gambe il serbatoio a goccia e partire per qualsiasi meta, la Kawasaki W800 merita un pensiero.

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