Il Movimento Asociale Italiano ha finalmente il suo leader e ideologo. È il filosofo privatista Manlio Sgalambro, pensatore negativo, anzi di più; attualissimo in tempi di crisi nera. Dopo i libri dedicati all’empietà, alla teofobia, alla morte del sole, al mondo pessimo e alla conoscenza del peggio, Sgalambro esce ora da Adelphi con un testo Sulla misantropia . Per il filosofo siculo, il misantropo è un infelice che s’ingegna a diventare più infelice. Scrive di sé: «Faccio parte degli scrittori dannosi, di quelli che fanno del male solo scrivendo». Per tirarvi su, abbinatelo a Essere umani è uno sbaglio (Einaudi) con i fulminanti aforismi di Karl Kraus.
Sgalambro si compiace della misantropia, il suo è un egocentrismo per sottrazione; d’altra parte un misantropo che scrive cerca il prossimo per farsi leggere. Ricordo una cena misantropa alle 4 di notte a san Vito lo Capo, con Sgalambro e Battiato dopo un bel concerto nel tempio di Segesta. Legati da antica misantropia, Sgalambro e Battiato con lenti nere in piena notte, come le iene, effondevano un misterioso retrogusto jettatorio,in senso pirandelliano. Ai tempi di Moliére, il misantropo era un’eccezione, ma oggi la misantropia è di massa.
Perciò il Movimento Asociale Italiano potrebbe avere successo. Per iscriversi al MAI basta non mandare l’adesione.
Si decade se si frequentano le riunioni, che riescono quando sono deserte o almeno manca il numero legale. Perché il MAI non è un’associazione ma una dissociazione.Si avverte l'esigenza di un partito contro l'umanità.
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