
In pieno Festival di Sanremo arriva la polemica da parte di un big in gara. Certo, il diretto interessato probabilmente è già pronto a gettare acqua sul fuoco per chiarire che la sua intenzione non era quella di sollevare un polverone ma di dare un semplice consiglio ai giovani. Ma il messaggio di Massimo Ranieri in realtà parla chiaro: basta autotune; bisogna riscoprire la cultura dello studio e del bel canto senza affidarsi a strumenti che correggono l'intonazione e che creano un effetto elettronico e a volte robotico.
Il cantante, in gara con il brano Tra le mani un cuore, ha lanciato un appello ai ragazzi che hanno la passione per la musica e che si stanno affacciando nella galassia dello spettacolo. "Sono cari ragazzi, alcuni di talento, anche grande", è stata l'annotazione iniziale che ha affidato all'intervista a Il Mattino. Subito dopo ha invitato i giovani a non trovare scorciatoie, a farsi forza con la gavetta e a rispolverare l'importanza delle basi del mestiere.
"Li inviterei a mettere da parte le macchine e di studiare, di cantare, cantare, cantare", ha aggiunto Ranieri. Che - d'altronde - oggi può vantare la sua caratura grazie ai primi passi nelle balere, senza cui non avrebbe potuto mettere piede in posti sacri come il San Carlo o la Fenice: "Senza le balere forse non avrei meritato di metterci piede, forse non sarei stato capace di affrontare le prove artistiche della mia vita. Se qualcosa l’ho imparata, se nu’ pucurillo pucurillo so cantare… lo devo a quella gavetta".
Quelle del cantante sono parole di grande peso e rilievo: il suo autotune - ha sottolineato - "sono stati i matrimoni, le feste di piazza". E infine ha svelato un retroscena su ciò che gli sussurrava suo padre: "Papà veniva da me e mi diceva: 'In quella nota eri calante, statte accuorto, Giuvanne'".
L'autotune è ormai diventato uno strumento artistico, che trasforma la voce in maniera creativa e che di fatto ha contribuito a definire nuovi generi musicali.
Ma il suo impiego sul palco dell'Ariston ha scatenato fin da subito le polemiche, specialmente da parte di chi ritiene che si tratti di un elemento di distorsione che tradisce la purezza della voce dal vivo. Certamente l'evoluzione musicale impone di fare i conti con le nuove tecnologie e sperimentazioni, ma allo stesso tempo bisogna preservare la dimensione autentica dell'esibizione senza software.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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