A meno di un anno dal momento in cui spegnerà 85 candeline, Iva Zanicchi non ha ancora alcuna intenzione di fermarsi, ma inizia a segnare quelle che dovrebbero essere le ultime tappe della sua lunga carriera.
Durante un'intervista concessa a La Stampa, l'"Aquila di Ligonchio" spiega di aver ancora dei progetti da realizzare prima di dire basta: si tratta di andare avanti ancora per un anno, poi lo stop nel 2025. "Fino ad allora sono ancora in piazza. In aprile farò Io canto family su Canale 5 e poi ho un'idea per una prima serata musicale", promette la cantante, che ripercorrendo a ritroso la sua carriera, ricorda le origini del suo soprannome. "Fu un dirigente Rai a darmelo, quando seppe che venivo dall'Appennino emiliano, poi lo divulgò Mike Bongiorno alla radio che allora era importante come la tv", racconta la Zanicchi.
Per quanto riguarda i rapporti con le sue colleghe, tanti in passato, sbagliando, l'hanno voluta contrapporre a Mina, la "Tigre di Cremona". "In realtà lei ha iniziato prima e l'ho sempre ammirata", ci tiene a precisare. "Ha rotto gli schemi femminili, niente guanti e vestitini in scena, ma sbatteva la testa e agitava corpo e capelli. Senza dire della musicalità unica della sua voce".
Più saldo il legame con Milva, la "Pantera di Goro", anche per il fatto che le due si conobbero prima che la notorietà esplodesse."All'inizio mi colpì per la sua cofana di capelli rossi e per le ballerine, che io non avevo ancora potuto comprare", ricorda la cantante. "Divenne la cantante preferita di mia mamma, un basso naturale, mentre io sono un contralto". A proposito di cantanti con soprannomi particolari non si può non citare Patty Pravo, la "Civetta di Venezia". "Lei è arrivata dopo, quando lo zoo era già chiuso", scherza la Zanicchi. "Abbiamo avuto in comune solo un parrucchiere a Roma. Certo la sua padronanza scenica è unica". Un bel rapporto è quello con Orietta Berti, l'"Usignolo di Cavriago:"Con lei torniamo in Emilia, siamo molto vicine e abbiamo iniziato insieme al Disco d'oro del 1961", ricorda.
Quale può essere, invece, la causa della crisi della musica italiana rispetto a quelli che sono considerati i suoi anni d'oro? "All'epoca si ascoltavano i Beatles e i Rolling Stones", spiega l'artista, "ma ora c'è un allagamento di musica straniera quando l'italiano è bellissimo. Ricordo che Édith Piaf si rifiutava di cantare in altre lingue rispetto al francese". A migliorare la situazione le ultime edizioni del Festival di Sanremo: "Amadeus ha fatto un miracolo", considera la Zanicchi, "nelle case dei ragazzi, compresa mia nipote ventenne, si formano gruppi di ascolto. Ai giovani dico che vanno bene il rap e il rock, ma non dimentichiamo la nostra melodia. Diodato è un esempio positivo".
Il suggerimento vale anche per Annalisa, molto apprezzata: "Ha un'intonazione perfetta. Quando si stancherà di cantare canzoni commerciali avrà una grande fortuna, perché queste non rimarranno mentre quelle melodiche sì", consiglia in conclusione la cantante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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