Dalla finanza creativa al bilancio beccamorto. Messi come sono, con la lingua di fuori, prima o poi i nostri Comuni dovevano arrivarci. È persino inevitabile e giusto che a rilanciare l’idea sia Napoli, capitale della fantasia. Consapevole che ai vivi non si possa strizzare più niente, neppure prendendoli per le caviglie e scuotendoli a testa in giù, la giunta Iervolino ha deciso di compiere il grande passo, l’ultimo: andrà a prendere soldi direttamente nell’Aldilà.
Tra gli uffici della burocrazia si sono inventati l’edificante eufemismo del «contributo per giardinaggio, nettezza e decoro» negli undici cimiteri pubblici della città. Ma i napoletani, che sono molti intuitivi e sanno andare subito al nocciolo delle questioni, l’hanno già concretamente ribattezzata «tassa sui morti». Quantificando, sono nove euro all’anno per ogni loculo, artistico o popolare che sia (anche la tassa, direbbe Totò, obbedisce alla suprema regola della livella). Il provvedimento si applica con effetto retroattivo anche al 2006, al 2007 e al 2008. I funzionari quantificano l’entrata annuale intorno ai tre milioni di euro. Sempre che tutti quanti la paghino, il che è ancora da verificare sul campo. Santo.
Effettivamente, la sovrattassa funerea non si presenta di facile riscossione. Già nel 2006 il Comune ci aveva timidamente provato, ma senza cavarne un euro, tanto da appaltare poi il servizio a una società esterna. Adesso si rilancia, causa bilancio boccheggiante. Ma si parla già per esempio di forti contenziosi aperti con le Arciconfraternite della Curia napoletana, proprietarie del novanta per cento degli immobili cimiteriali.
Quanto alle famiglie, non saranno certo questi nove euro annuali ad allentare il loro proverbiale culto per i defunti. Ma certamente non saranno questi nove euro a passare sotto silenzio. Per chi ha una cappella, che per sua natura è un condominio a più loculi, la cifra non risulta affatto irrisoria. Infatti, nessuno ha voglia di ridere, tanto meno nello specifico settore, che già si presta pochissimo. Come minimo, se i napoletani sono sempre quelli di una volta, sapranno arrangiarsi con pratiche urne per ceneri sulle mensole del salotto, di fianco al ritratto delle zie...
Così ormai stanno ridotti i bilanci comunali. Esaurita la ricreazione demenziale dei derivati, che hanno intossicato mortalmente tante contabilità pubbliche, si procede al buio. Direttamente dentro ai loculi. Se Napoli sfonda, troppo facile prevedere che altre città ci faranno sopra una riflessione. Ormai, non sanno più dove sbattere la testa. C’è chi ci prova con l’Ecopass, anche in questo caso una tassa riverniciata come contributo all’ecologia, c’è chi s’inventa i semafori intelligentissimi, così intelligenti da diventare diabolici e truffaldini, c’è chi assume giovani zitelle inacidite e le traveste da ausiliarie del traffico (e chiamarle semplicemente bounty killer?), per mandarle in giro a sterminare la povera gente con spietate multe sui divieti di sosta più innocui (ma lo sanno, queste simpatiche signorine, cosa significano i quaranta, i sessanta, gli ottanta euro, da loro così leggiadramente estorti, in certe famiglie?).
C’è cioè nell’aria un senso di voracità comunale, allupata e insaziabile, che non fa nulla per rendere simpatico l’ente locale. La tassa sui morti entra trionfalmente, se possibile ancora più sgradevole delle altre, in questa galleria nazionale dei prelievi forzosi, lanciando di fatto un segnale sinistro e mortificante. Questo: amico cittadino, già hai dato da vivo, ma stai tranquillo che sapremo renderti utile anche dopo. I tuoi cari regoleranno il conto alla cassa.
Facile immaginare le reazioni indignate in ambito comunale: ma come, neppure potete immaginare quanto ci costano i cimiteri, è normale che venga chiesto un contributo ai proprietari dei loculi. Ma non è nemmeno il caso di rispondere.
Ci sono gesti che prescindono dal loro valore economico. Aggiungere un’altra tassa sui morti ha tutte le sembianze di una vessazione postuma. Abbiamo abolito l’Ici sulla casa, introduciamo l’Ici sui monolocali dell’Aldilà. Dannazione, dov’è che si può riposare in pace?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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