L’analisi dei tamponi e il nuovo test che accorcia i tempi di attesa

Una biologa dell'ospedale Cotugno di Napoli racconta come avviene l'analisi dei tamponi per accertare la positività al Coronavirus. Un nuovo test diagnostico sarà in grado di abbattere i tempi di attesa per conoscere la diagnosi

L’analisi dei tamponi e il nuovo test che accorcia i tempi di attesa

È lungo, delicato e richiede l’impiego di un numero adeguato di risorse umane il lavoro di esame dei tamponi effettuati per accertare la positività al Covid-19. Ce lo racconta una biologa del laboratorio microbiologia e virologia dell’ospedale Cotugno di Napoli, Luciana Petrullo, responsabile aziendale Anaao, l’associazione dei medici dirigenti. “Noi facciamo di tutto: l’accettazione, il controllo dell’anagrafica, la sanificazione dei tamponi, diamo una risposta immediata a quei campioni che risultano più urgenti non soltanto per le condizioni cliniche del paziente, ma anche quando il campione viene da un reparto pediatrico, o per liberare posti e quindi per dare referti negativi in tempi utili in maniera tale da poter liberare prontamente i posti nelle unità di degenza”, ci spiega.

Nella fase iniziale dell’emergenza Coronavirus, nel laboratorio del Cotugno arrivavano tutti i tamponi da vagliare. L’individuazione di altri centri di riferimento in Campania ha permesso di alleggerire il lavoro, anche se – come ci spiega Petrullo – tutti i casi positivi devono comunque essere confermati dal loro laboratorio. La procedura da seguire per analizzare un tampone prevede una prima fase di accettazione, poi avviene lo smistamento al laboratorio che deve eseguire il test. “L’accettazione, fase preanalitica, è quella più delicata per il laboratorista”, spiega Petrullo. I tamponi, secondo quanto ci spiega, arrivano in tre contenitori e devono essere innanzitutto sanificati, poi si passa al controllo dell’anagrafica: “Bisogna capire l’anagrafica e verificare che anche sulla provetta ci sia contrassegnato il nome corretto del paziente”. L’ accettazione – dice – è “un processo manuale molto lungo e pericoloso, viene fatto sotto cappa, e quindi servono abbastanza persone, purtroppo la macchina non può sostituire l’operatore in questo”. Nello step successivo, i tamponi “vengano divisi per giorni. E, quando si arriva a un certo numero, si fa partire subito la prima seduta di analisi con dei piani di lavoro. Questo si fa a catena. Poi si passa alla refertazione, che è manuale”. Infine, dopo “l’estrazione, l’amplificazione, la lettura interpretazionale dei risultati", avviene "l’inserimento dei risultati e contemporaneamente l’immissione nel file fornito dalla Regione per tenere sotto controllo l’epidemia da Covid 19”.

Il meccanismo è a ciclo continuo. Nessuna distrazione. Attenzione alta su ogni forma di precauzione. Le comunicazioni con altri reparti avvengono solo via telefono. “Ci troviamo a lavorare con delle divise quasi da astronauta, non abbiamo contatti tra di noi, portiamo perennemente la mascherina. Siamo molto attenti al rispetto sia dell’utilizzo sia della diffusione dei dispositivi di protezione individuale, ma anche alla continua detersione delle mani e sanificazione delle mani”, racconta Petrullo. Il lavoro è ininterrotto. Si va avanti anche per 12-14 ore al giorno: “Senza mai guardare l’orologio – afferma - senza mai lamentarsi, anzi cercando di darci l’un con l’altro una mano, facendo di tutto”. Eppure, sono diverse le segnalazioni arrivate da più parti di ritardi nell’esecuzione dei test, ma la biologa così risponde: “I tempi sono quelli tecnici. Purtroppo una seduta richiede 4 o 5 ore, pertanto si lavora in maniera continua e si cerca di dare priorità a quei campioni che risultano più urgenti nell’ambito di una routine già avviata, quindi è chiaro che i sintomatici hanno una priorità rispetto ai contatti non sintomatici, ma i tempi sono assolutamente rispettati, c’è una grandissima professionalità e nessuno torna a casa senza lasciare qualcosa di non fatto. In un giorno riusciamo ad analizzare circa 200 campioni”.

Per l’abbattimento dei tempi di analisi dei tamponi, si spera in un nuovo test diagnostico messo a disposizione da un’azienda farmaceutica. “Con il nuovo test diagnostico – rivela Petrullo - riusciremo a fare in un’ora circa una ottantina di campioni, quindi si avrà sicuramente un abbattimento dei tempi di attesa, questo anche in previsione di un forte aumento dei campioni, perché il sindacato, l’Anaao, si sta battendo in ambito regionale e nazionale per l’esecuzione di tamponi soprattutto agli operatori sanitari, che sono i più esposti”. “Noi – dice - ci sentiamo come dei soldati, che purtroppo si trovano a combattere una guerra contro un nemico invisibile, e che devono necessariamente garantire un’adeguata assistenza, anche diagnostica, ai pazienti”. Dei soldati senza armi, a stretto contatto con il nemico virus senza le adeguate protezioni. “Siamo molto attenti al rispetto dell’utilizzo sia della diffusione dei dispositivi di protezione individuale, ma anche alla continua detersione delle mani e sanificazione delle mani – riferisce la biologa del Cotugno – e, a tal proposito, quello che non è mai mancato a quest’ospedale oggi purtroppo comincia a mancare e di fronte a un’emergenza che è mondiale, per cui chiediamo alle autorità competenti e a tutti i professionisti che lavorano per poter aiutare gli operatori sanitari a fare l’impossibile, come abbiamo fatto noi senza che ce lo chiedesse nessuno.

Noi facciamo molto più della nostra parte e chiediamo anche ai cittadini di fare la loro, restando a casa, perché, allo stato attuale delle conoscenze, questa è l’unica vera arma per difendersi dal contagio, dal virus che, come abbiamo capito, è fortemente diffusivo”.

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