A Capodanno, a Pompei, s’è rinnovata la tradizione dell’omaggio di rose e fiori alla Madonna. I vigili del fuoco, infatti, hanno deposto ai piedi della statua della Vergine che si trova in cima alla facciata del Santuario mariano una corona di fiori.
La composizione floreale, composta da oltre mille rose, è stata donata dai produttori riuniti nel consorzio florovivaisti campani e Gaia Florum. La corona, come da tradizione che si rinnova a ogni primo giorno dell’anno, è stata deposta dai vigili del fuoco ai piedi, con l’ausilio di alcuni mezzi del Corpo dotati di scala capace di raggiungerla, della statua della Madonna del Rosario posta sulla facciata del Santuario di Pompei.
Una folla di fedeli ha assistito alla cerimonia che caratterizza la "Solennità di Maria Santissima Madre di Dio". Dopo la santa messa tenutasi alle 11 di ieri in basilica e celebrata da monsignor Tommaso Caputo, si è rinnovato il rito dell'omaggio floreale alla statua della Madonna del Rosario, inaugurata il 5 maggio 1901 e dedicata, per volontà del beato Bartolo Longo, fondatore del santuario, alla pace universale. Per inaugurare il 2020 con l'atto di devozione è toccato al consorzio di Gaia Florum donare al Comitato della Pace oltre mille rose che sono servite per comporre la corona dove risalta la parola Pax.
"Anche quest'anno non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno all'iniziativa che caratterizza il primo giorno dell'anno. Un buon auspicio e un augurio per questo 2020 che ci vedrà impegnati in nuove sfide volte allo sviluppo e alla promozione del nostro territorio" ha spiegato il presidente del Consorzio, Vincenzo Malafronte, che ha assistito alla cerimonia insieme ad alcuni esponenti del consorzio che riunisce i produttori florovivaisti della Campania e di Gaia Florum.
Non sembra una circostanza da sottovalutare, anzi appare una scelta estremamente interessante e affascinante. l’omaggio di rose alla Madonna di Pompei. Nella città antica, infatti, le fonti storiche e archeologiche hanno testimoniato che questo fiore era molto diffuso, apprezzato e coltivato alle falde del Vesuvio. Ma non basta perché sarebbe stato utilizzato anche per la produzione di profumi già dai tempi dell’antica Roma. Non è un caso, infatti, se tra le diverse strutture che sono spuntate fuori e che affascinano ogni anno le centinaia di migliaia di visitatori che affollano la Pompei antica, ci sia la cosiddetta “Casa del Profumiere”. Più che una domus, si tratta di quella che avrebbe dovuto essere una piccola ma operosa bottega di quasi duemila anni fa.
Inoltre, dai primi anni Duemila, è stato avviato un esperimento teso a recuperare i prodotti che potevano essere lavorati, proprio in quel laboratorio, con l’allestimento di un giardino in cui sono state messe a coltura diverse piante ed essenze che avrebbe dovuto far rivivere quello originale curato dall’antico artigiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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