Le indagini sono partite circa un anno fa, quando i carabinieri di Grumo Nevano, a nord di Napoli, avevano scoperto un capannone nella vicina città di Casandrino, dove erano depositati alcuni pezzi di ricambi di autovetture. I militari si sono preoccupati di verificare la provenienza di quel materiale e, grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche, riprese video e servizi di pedinamento, hanno smascherato una banda criminale che gestiva un traffico illecito.
A distanza di dodici mesi le forze dell’ordine hanno arrestato 17 persone (6 in carcere e 11 ai domiciliari) con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di autoveicoli rubati. Dalle indagini è emerso che i malviventi hanno riciclato un numero considerevole di automobili, circa 100, con un giro d’affari pari a quasi 2 milioni di euro.
I carabinieri hanno sequestrato cinque officine meccaniche coinvolte nell’attività criminale e denunciato altre persone ritenute acquirenti occasionali dei pezzi di ricambio rubati, accusate di stoccaggio illecito di
rifiuti. Le persone arrestate, tutte residenti tra Napoli e provincia, erano inserite in un’organizzazione che funzionava come una catena di montaggio, dove ognuno aveva il proprio ruolo e le proprie competenze.
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