Ancora un atto vandalico compiuto ai danni del sito archeologico di Liternum, nel territorio di Giugliano in Campania, nel Napoletano. Alcuni ignoti hanno distrutto il calidarium delle terme che, in antichità, veniva utilizzato dai romani per il bagno di vapore, un momento molto atteso, dedicato al rilassamento e alla tonificazione dei muscoli. Ciò che è stato manomesso dai vandali è il sistema di intercapedini dove si immetteva aria calda, attraverso apposite condutture fittili inserite nelle pareti.
Divelta anche la tettoia in lamiera, utilizzata a protezione dei resti archeologici. Liternum è un'antica città romana della Campania e si trova presso l'attuale Lago Patria. La zona era abitata già in epoca preistorica e successivamente da popolazioni di stirpe osca che, probabilmente, vi crearono una colonia, ampliata poi dai romani, che nel 194 a.C. vi fondarono Liternum. La città si trovava sulla sponda sud del Lago di Patria (in passato detto Literna Palus) presso la foce del fiume Clanis, vicino alla Selva Gallinaria. La colonia fu assegnata a dei veterani della seconda guerra punica, appartenenti all'esercito di Scipione l'Africano che qui si rifugiò esule e vi morì nel 183 a.C.
La città ebbe un notevole sviluppo in epoca augustea, ma soprattutto tra la fine del I e il II secolo d.C., grazie alla realizzazione della via Domiziana che, partendo da Sinuessa (nel territorio dell'odierna Mondragone), la collegava con i centri della costa campana e in particolare con il porto di Puteoli, l'odierna Pozzuoli, dove la strada terminava.
Fonti di reddito erano la pesca e, probabilmente, l’utilizzo della sabbia del suo litorale, particolarmente fine e bianca, per la produzione del vetro. C’erano, inoltre, botteghe, laboratori artigianali, profumieri e diverse produzioni di ceramiche. La città fu anche sede vescovile dell’ecclesia Liternina o Patriensis, fino a quando si effettuò la traslazione, da Liternum a Napoli, delle reliquie di Santa Fortunata.
Verso la fine dell’Ottocento vennero rinvenute alcune lapidi. Nel 1930 il soprintendente Maiuri affidò all’ispettore onorario Giacomo Chianese gli scavi per tentare di trovare la villa e la tomba di Scipione. Nel 1932 sono stati portati alla luce alcuni resti dell'antica città relativi al Foro, il Capitolium, la Basilica ed il Teatro. Nel parco è presente anche l'Ara di Scipione l'Africano, collocata il 15 settembre 1936. Al di fuori delle mura cittadine sono stati individuati residui dell'anfiteatro (di dimensioni calcolabili in m. 85/90 x 65/70) e la necropoli con la maggior parte delle sepolture di epoca imperiale.
Grazie all'interessamento del Comune di Giugliano, e con sovvenzioni ottenute tramite la Soprintendenza di Napoli, sono stati avviati una serie di interventi finalizzati alla realizzazione del Parco e museo archeologico di Liternum. Il primo lotto dei lavori è iniziato nell'agosto del 2006.
Il Parco Archeologico di Liternum è stato ultimato nell'aprile 2009 dal Comune di Giugliano in Campania che assegnò per un certo periodo di tempo la custodia, piccola manutenzione, la gestione, la promozione del sito alla Pro Loco Litorale Domitio, ente di promozione turistica, culturale e
sociale del territorio costiero della città. Dopodiché, l'area venne affidata per un breve periodo alla sezione di Giugliano dell'Associazione nazionale carabinieri. Oggi, purtroppo, versa in uno stato di semi abbandono.
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