Natalie Portman indaga nelle vite (segrete) degli altri

Todd Haynes dirige l'attrice e Julianne Moore in "May december": "Io ispirata da Ginzburg e Ferrante"

Natalie Portman indaga nelle vite (segrete) degli altri
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Natalie Portman torna al cinema in un ruolo a tutto tondo, dopo le apparizioni nei blockbuster Marvel Avengers: Endgame e Thor: Love and Thunder, in cui vengono esaltate le sue grandi capacità attoriali. In May December diretto da Todd Haynes, in uscita il 21 marzo dopo l'anteprima come film d'apertura il 16 marzo della quindicesima edizione del «Bif&st-Bari International Film&tv Festival», l'attrice di origini israeliane interpreta Elizabeth Berry un'altra famosa attrice, una fortuna accaduta nel passato a grandi interpreti come Gena Rowlands in La sera della prima o Bette Davis in Eva contro Eva, intenzionata a realizzare un film sulla storia vera di Gracie Atherton-Yoo (nome di fantasia), una donna che una ventina d'anni prima, quando aveva trentasei anni, era stata trovata in un retrobottega a fare sesso con Joe, un compagno di scuola tredicenne del figlio. Per prepararsi al suo nuovo ruolo, entrerà nella loro vita rischiando di metterla in crisi.

In collegamento con la stampa italiana, l'attrice quarantaduenne racconta che è stato molto stimolante «essere un'attrice che interpreta un'attrice impegnata in un altro personaggio» e di aver trovato la sceneggiatura, dell'esordiente Samy Burch, «scritta in maniera davvero sottile e delicata» (non a caso è finita nella cinquina dell'Oscar per la migliore sceneggiatura originale).

Se n'è così innamorata che è stata lei a portarla all'attenzione di Todd Haynes: «Sognavo di lavorare con lui da 25 anni. Spesso gli ho mandato soggetti, idee ma finora non si era creata l'opportunità di collaborare. Sono stata felicissima quando lui ha risposto con entusiasmo a questa sceneggiatura».

A interpretare l'oggetto della sua ricerca, quasi da thriller psicologico, troviamo Julianne Moore alla quinta collaborazione con il regista di Los Angeles dopo titoli come Safe, Lontano dal paradiso, Io non sono qui e La stanza delle meraviglie. Un ruolo difficile e complesso per un personaggio ispirato a quello di un vero fatto di cronaca che si porta dietro lo stigma sociale.

«Il rischio che corre il mio personaggio è quello di interferire con la storia che vuole raccontare ferendo le persone che sta cercando di rappresentare. Elizabeth in effetti non fa granché per evitarlo» dice Natalie Portman che ha anche contribuito a produrre il film. Ed è proprio sulla relazione che instaura con l'altra donna, che finisce quasi per essere un suo specchio, che poggia l'interesse di May December, un film che «non è solo la storia di un'attrice che prepara un film, ma mette in scena il modo in cui raccontiamo le storie e sopravviviamo ai momenti più delicati delle nostre esistenze.

Gracie, per proteggere se stessa e la sua famiglia, si inventa delle storie per sopravvivere. Ma è un meccanismo comprensibile, molto umano», dice il regista che, nelle musiche, richiama i thriller e i mélo del passato. Infatti per la colonna sonora Marcelo Zavros ha adattato quella di Michel Legrand per il film del 1971 di Joseph Losey Messaggero d'amore. Un'operazione legata alla rimembranza del cinema classico di cui Todd Haynes s'è fatto portavoce ormai da una ventina d'anni dopo Lontano dal paradiso e Carol debitori dei melodrammi di Douglas Sirk.

Naturalmente questa sorta d'indagine ecco l'elemento vagamente thriller di una donna su un'altra donna e sul suo passato non può non provocare conseguenze soprattutto sul terzo protagonista del film, ossia Joe Yoo (interpretato da Charles Melton) che in tutti questi anni, complici anche i tre figli avuti da giovanissimo con la donna adulta, non ha avuto quasi il tempo di elaborare una relazione così complessa. Natalie Portman crea in questo senso un parallelo con il suo personaggio: «Per me essere attrice significa esplorare l'empatia, entrare nella vita di una persona è entrare anche nel suo cuore, appunto in maniera empatica. Non è una cosa così distante dall'essere interessata alle cause politiche con l'obiettivo di aiutare gli altri.

Sono preoccupata per i diritti delle donne, per l'eguaglianza e anche per la loro sicurezza. Devo riconoscere che una fonte di grande ispirazione, centrale per le mie riflessioni a questo riguardo, è stata la lettura di alcune scrittrici italiane come Natalia Ginzburg ed Elena Ferrante».

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