Mentre gli inquirenti stanno cercando, anche attraverso la lettura della scatola nera, di ricostruire la dinamica della tragedia che ha portato a incagliare la Costa Concordia, i vigili del fuoco, che hanno lavorato tutta la notte alla ricerca dei dispersi della Concordia, hanno ritrovato, a bordo della nave, il cadavere di un altro uomo. Il corpo, ritrovato nel secondo ponte all'interno di una parte non invasa dall’acqua, è la sesta vittima accertata del naufragio: indossava ancora il giubbotto di salvataggio ed era uno dei quasi 5mila passeggeri della nave. Ma adesso è corsa contro il tempo attorno al relitto: le previsioni del meteo fanno sapere che giovedì potrebbe esserci una mareggiata. Pur poggiando su un fondale basso, la nave dista infatti soltanto una ventina metri da un gradone profondo 90 metri. Già il relitto si è spostato di 9 centimetri in verticale e 1 e mezzo in orizzontale.
Intanto il bilancio dei dispersi è cambiato. "Dalle notizie che ci ha dato un’ora fa la prefettura di Grosseto ne mancherebbero all’appello 29, 4 membri di equipaggio e 25 passeggeri", ha dichiarato l’ammiraglio Marco Brusco, comandante generale della Capitaneria di Porto, intervenendo alla puntata di Porta a Porta che andrà in onda stasera. "Sembrerebbe che una decina" di dispersi "siano tedeschi. Sei sono italiani", ha precisato Brusco.
Dopo il ritrovamento avvenuto ieri dei cadaveri di due anziani, un italiano e uno spagnolo, continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime del naufragio. Nella notte è stato, appunto, trovato il corpo di un altro uomo portando a sei il bilancio delle vittime della sciagura. Le ricerche restano ancora aperte: all'appello mancano sedici dispersi. "La speranza di trovare in vita i dispersi è ridotta al minimo", ha spiegato il sindaco dell’Isola del Giglio Sergio Ortelli che ancora spera che "si sia creata nella nave qualche bolla d’aria che ci permetta di trovare qualcuno vivo". Ieri sono state tratte invece in salvo tre persone, due sposi coreani e il commissario capo di bordo Manrico Giampetroni. I sommozzatori avevano tuttavia trovato altri due cadaveri nella parte sommersa della nave: due anziani, un cittadino italiano e uno spagnolo, il sardo Giovanni Masia, nato nel 1926, e Guillermo Gual, nato nel 1943. Per recuperare le due vittime, che avevano addosso il giubbotto di salvataggio e si trovavano nei pressi di uno dei punti di raccolta, i sommozzatori hanno dovuto rompere un vetro e tagliare le cinghie dei salvagenti.
E se con il passare delle ore si affievoliscono le speranze di trovare ancora qualcuno in vita, l'emergenza si sposta ora sul rischio di un disastro ambientale. Prima di recuperare il delitto è importante svuotare i serbatoi dell'enorme nave. Circa 2300 tonnellate di carburante rischiano di sversarsi nella riserva naturale dell'arcipelago toscano. Gli elicotteri che hanno sorvolato in mattinata la zona del naufragio hanno già avvistato qualche chiazza di combustibile "leggero" (diesel o ad acque reflue di sentina), in grado di evaporare.
Anche per questo "Il prossimo consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza", come ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. In soccorso dell'Italia potrebbe arrivare anche la Commissione europea, "pronta ad offrire qualsiasi assistenza o sostegno che possa aiutare le autorità italiane".
A preoccupare sono soprattutto le condizioni metereologiche che rischiano di peggiorare nei prossimi giorni. Giovedì potrebbe esserci una mareggiata che, secondo fonti dell’Unità di crisi, potrebbe far perdere alla nave quella stabilità provvisoria che fino ad ora ha comunque permesso sia il salvataggio dei passeggeri sia la ricerca dei dispersi. Già, questa mattina, la nave si è spostata obbligando il coordinamento dei soccorsi a sospendere le ricerche e ad evacuare i sub di vigili del fuoco e capitanerie. Nel corso della notte erano infatti arrivati da varie regioni italiane unità di sommozzatori e di sub-speleologi a cui era stata affidata la ricerca nella parte sommersa della nave. "Questa notte comunque le ricerche in questa che è la parte più pericolosa sono procedute in maniera molto cauta - hanno spiegato - in mattinata si è tenuta una riunione tra le varie unità di soccorritori, Protezione civile, vigili del fuoco ed istituzioni, per capire come possano procedere a questo punto le ricerche".
Emergono i primi dettagli dell'inchiesta. Secondo la procura la nave dopo l'urto si è avvicinata alla costa non per una manovra di sicurezza decisa dal comandante, ma per puro caso. I locali motore erano invasi dall’acqua e la nave era in balia delle correnti. Le operazioni per evacuare la Concordia, inoltre, sarebbero iniziate almeno un quarto d’ora prima dell'ordine del comandante, per una sorta di "ammutinamento" da parte di alcuni ufficiali. Pare anche che in una telefonta tra la guardia costiera e Schettino si senta un ufficiale dire "Cosa vuole fare, vuole andare a casa?". Il capitano si lascia scappare un "abbiamo abbandonato la nave", prima di ritrattare. E quando dalla Capitaneria si dice che ci sono "già dei cadaveri», Schettino chiede "Quanti"». E l’ufficiale: "Deve dirmelo lei!".
Tra i sopravvissuti resta la paura e il dolore per quanto accaduto. Isabelle Mougin, una francese incinta di cinque mesi, è stata subito ricoverata all’ospedale della Misericordia insieme al marito. "Ho avuto tanta paura, ero angosciata soprattutto per il mio bambino - racconta la donna - ero a teatro quando abbiamo sentito il boato, mi sono aggrappata a qualcosa, avevo paura che qualcuno cadendo e scivolando mi schiacciasse". Poi, sono partiti dei messaggi preregistrati che rassicuravano i passeggeri. Ma "la situazione - assicura la francese - era terribile e i soccorsi inefficienti se non inesistenti". La donna ha creduto di perdere il bambino quando per salvarsi col marito hanno dovuto saltare da una passerella ad un’altra, da una certa altezza, in modo da poter scappare dalla nave: "Per fortuna mi sono solo slogata una caviglia e il bambino mi dicono che è salvo". "Io dicevo che ero incinta ma a nessuno dell’equipaggio sembrava interessare - dice la donna ricoverata col marito all’ospedale di Grosseto - venivo ignorata mentre c’era il caos più totale". Piangendo la futura mamma condanna duramente il personale della nave: "Ho rischiato davvero tanto, siamo stati lasciati a noi stessi".
Intanto Berlino non esclude che vi siano vittime tedesche nel disastro della
nave e il ministero degli Esteri, secondo quanto riportato da alcuni giornali, parla di almeno 10 dispersi. Andreas Peschke, il portavoce del ministro Guido Westerwelle, aveva parlato di una "situazione ancora poco chiara".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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