Un giro d'affari ben rodato quello portato alla luce dai militari del Nas di Roma: un gruppo di medici, infatti, forniva falsi certificati di invalidità in cambio di denaro. A seguito delle indagini, che hanno permesso la scoperta di questa truffa ai danni dello Stato, cinque persone sono finite agli arresti domiciliari.
Come funzionava il sistema
L'attività investigativa dei militari dura da tempo. L'operazione Invalidus, infatti, non è altro che la prosecuzione di una precedente indagine condotta nel 2023. In questo caso, il lavoro di ricerca e acquisizione prove è andato avanti da aprile ad ottobre 2024, e nell'arco di questo tempo i carabinieri hanno individuato ben 22 casi di falsi certificati.
Ma come funzionava questo giro d'affari? Esisteva un vero e proprio tariffario. Chi desiderava ottenere un certificato di invalidità poteva recarsi da uno dei soggetti finiti sotto indagine e sborsare la cifra di 200 euro (150 euro solo in casi speciali): così riusciva ad avere il documento, anche non possendo i requisiti richiesti. Ovviamente i pagamenti avvenivano in contanti, e non erano dichiarati. Grazie ai certificati ottenuti mediante questi medici "fidati", i clienti riuscivano a intascare l'indennità di accompagno, o l'assegno ordinario di invalidità normalmente erogato dall'Inps. Tutto questo senza averne alcun diritto.
"Il centro servizi rappresentava il punto di incontro tra domanda e offerta", hanno dichiarato i rappresentanti del Nas, come riportato da RomaToday. In effetti fra le strutture che sono state oggetto di interesse da parte dei carabinieri c'è proprio un centro servizi, e il suo titolare si trova oggi ai domiciliari.
Per rendere le certificazioni più credibili, queste venivano redatte su carta intestata delle strutture pubbliche.
I provvedimenti dell'autorità giudiziaria
I Nas hanno raccolto prove sufficienti a fare emettere dal gip del Tribunale di Velletri dei provvedimenti di custodia cautelare. A finire in stato di fermo sono quattro medici, appartenenti a strutture ospedaliere pubbliche di Roma e provincia. Nello specifico si parla di professionisti che lavoravano nelle Asl Roma 1, Roma 4, Roma 6 e Roma 2.
Ai quattro si aggiunge il titolare del centro servizi di Albano Laziale.Tutti e cinque si trovano agli arresti domiciliari, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Le accuse sono truffa ai danni dell'Inps.
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