Lo scorso venerdì due cittadini italiani sono stati fermati all’aeroporto di Buenos Aires, in Argentina, mentre cercavano di tornare in Italia con una neonata frutto di maternità surrogata. Il fermo è scattato pochi minuti prima della mezzanotte, quando era fissata la partenza del volo verso Parigi. Secondo quanto riportato da La Nacion, i due uomini hanno ammesso di aver fatto ricorso all’utero in affitto con una donna originaria della città di Rosario: la piccola, nata lo scorso 10 ottobre presso la Clínica y Maternidad Suizo Argentina, sarebbe poi stata cresciuta in Italia.
Uno dei due italiani, un oncologo di Padova, sarebbe il padre biologico della piccola, mentre la madre non avrebbe alcuna vocazione da genitore. Gli investigatori hanno raccolto elementi sufficienti per sostenere che la donna, 28 anni e già madre di una bambina, lo avrebbe fatto perché bisognosa di denaro e non per uno scopo meramente altruistico e senza compenso. Secondo quanto ricostruito, le parti avrebbero pattuito un compenso di 6 milioni di pesos argentini, circa 5.500 euro.
“È in una situazione di estrema vulnerabilità”, ha evidenziato un funzionario che segue il caso. La giustizia argentina sta indagando su altri casi di maternità surrogata che nasconderebbero casi di tratta di esseri umani, ma questo è il primo in cui hanno fermato una coppia prima di portare un bambino all'estero. Il procuratore Sergio Mola ha richiesto l'apertura di un'indagine penale per i presunti reati di tratta di esseri umani, vendita di bambini o appropriazione di minori. Ai due italiani non è concesso lasciare l'Argentina. Le indagini proseguono: venerdì sono stati sequestrati i telefoni della donna e dell'uomo registrati come genitori della neonata
I due cittadini italiani si sarebbero presentati alle autorità di frontiera dichiarandosi i genitori della piccola, come confermato dai documenti. La donna, invece, avrebbe affermato di voler affidare la bimba all’uomo per un viaggio in Italia. La versione non ha convinto gli agenti, considerando che l’uomo è entrato in Argentina solo una volta nel 2023. Ricordiamo che in Argentina l’utero in affitto non è regolato dalla legge, mentre in Italia è considerato reato universale: per questo motivo i due uomini rischiano l’apertura di un procedimento penale.
Negli ultimi mesi casi simili sono stati aperti in diverse parti del Paese.
Il più noto è quello guidato dalla procuratrice Alejandra Mángano, capo della Procura per la tratta e lo sfruttamento di esseri umani (Protex), e che ha sede presso il tribunale federale di María Eugenia Capuchetti. In questo fascicolo vengono indagati più di 100 casi di presunto traffico. Seguiranno aggiornamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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