Boeing, componenti non a norma. In sette verso il processo

La procura di Brindisi ha chiesto il rinvio a giudizio. La sicurezza dei passeggeri sarebbe a rischio

Immagine da Wikipedia
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Si torna a parlare del caso Boeing con la decisione della procura della Repubblica di Brindisi di procedere con il rinvio a giudizio nei confronti di sette personaggi che sarebbero connessi alla spinosa vicenda.

Le indagini sono partire a seguito della scoperta di componenti per il Boeing 787 Dreamliner definite come "non conformi". Una condizione assai rischiosa per la sicurezza dei passeggeri."È stato accertato che i componenti strutturali non conformi potessero, a lungo termine, nuocere alla sicurezza dei velivoli imponendo alla compagnia americana l'avvio di una campagna straordinaria di manutenzione degli aeromobili coinvolti", aveva spiegato la procura di Brindisi, impegnata nell'inchiesta.

Dopo mesi di controlli e verifiche, la procura ha deciso di procedere con il rinvio a giudizio, con le firme dei pm Antonio Negro e Giuseppe De Nozza. A finire sul banco degli imputati sono sette persone fisiche, oltre a due società di Brindisi. Il tutto rientra nell'inchiesta portata avanti per fare luce su alcune forniture per il Boeing 787 Dreamliner ritenute non sicure. Andando nello specifico, ci riferiamo alle società Processi Speciali e Manifacturing Process, le aziende che hanno sede a Brindisi, e ai seguenti soggetti: il 77enne Vincenzo Ingrosso e i figli Antonio, Alberto e Alessandro (rispettivamente di 52, 37 e 47 anni), il 45enne Domenico Salamino, il 42enne Salvatore D'Isanto e il 37enne Sirio Virgilio Zecchini.

Su tutti pende l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati che vanno dall'attentato alla sicurezza dei trasporti, all'inquinamento ambientale, alla frode in commercio. Il tutto in danno di Leonardo spa Divisione Aerostrutture e di The Boeing Company Usa.

Secondo l'accusa, le due società avrebbero agito per risparmiare sul costo delle materie prime, scegliendo di usare leghe di alluminio difformi da quanto previsto nei progetti, e titanio puro impiegato al posto di una lega in titanio. Purtroppo queste scelte scellerate avrebbero col tempo causato gravi problemi agli aerei Boeing 787 Dreamliner. Per correre ai ripari, la Boeing è stata costretta ad avviare una campagna di manutenzione straordinaria per i velivoli a rischio.

Non solo.

Grazie ai controlli della polizia locale e delle fiamme gialle sarebbero stati individuati degli sversamenti di rifiuti pericolosi in alcune cisterne, oltre che in alcuni appezzamenti di terreno nella zona industriale di Brindisi. Il prossimo 13 marzo si terrà la prima udienza, e a dichiararsi parti offese sono il ministero dell'Ambiente e per la Sicurezza energetica, Leonardo Spa, The Boenig Company Usa e Febo Spa.

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