Nelle ultime settimane due donne ucraine, rifugiate a Napoli per la guerra sono state duramente criticate per aver realizzato un calendario benefico per la loro martoriata nazione.
Gli insulti più duri sono partiti dalla stampa russa, che le accusa di "esibire il proprio corpo, come sono abituate a fare (le donne ndr) in Europa". Queste discutibili e offensive parole sono state pronunciate in un servizio di "In 60 minuti", famosissima trasmissione russa, dalla giornalista filoputiniana Olga Skabeyeva. Da qualche giorno il servizio è anche disponibile nella pagina Telegram del programma russo.
Il calendario solidale, intitolato "Profughe ucraine a Napoli", è stato realizzato negli scorsi mesi da My Volia, nota organizzazione che si occupa di volontariato. I soldi guadagnati con la vendita dei calendari sono stati devoluti al popolo ucraino, martoriato da quasi un anno dalla guerra avviata dalla Federazione Russa. L’iniziativa è stata anche promossa attraverso la Unity of People Charitable Foundation con il patrocinio di Articolo21 e il sostegno dell’assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese.
Il calendario delle rifugiate
Ideatrice del progetto è Zhanna Zhukova, giornalista di Odessa e regista per dusmskaya.net, costretta a scappare dalla sua città e a rifugiarsi nella città partenopea. Allo shooting fotografico hanno partecipato diverse ragazze scappate dall’Ucraina, provenienti dalle più disparate città: Kyiv, Dnipro, Donetsk, Lvov, Chernivtsi, Krivoy Rog, Odessa, Drohobych, Cherkasy.
"I corsi che ho seguito — dice Zhukova, intervistata dal Corriere del Mezzogiorno — dove ho conosciuto anche Fatou Diaku, presidente della consulta degli immigrati del Comune di Napoli, sono stati creati con la collaborazione dell’organizzazione di volontariato My Volia che fornisce supporto informativo ai rifugiati ed organizza eventi culturali». E uno degli ultimi eventi per continuare a raccogliere i fondi necessari all’acquisto dei generatori, organizzati sempre dall’associazione e presentato nella sede del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, con il segretario Claudio Silvestri e il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, fu a gennaio, con un’esposizione di dipinti e fotografie e una significativa performance in un luogo simbolico come la Galleria Borbonica; lì dove anche il popolo napoletano si rifugiava durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale".
Quei pesanti attacchi social
Dopo il servizio della giornalista russa Olga Skabeyeva soprannominata anche Iron doll of Putin (La bambola di ferro di Putin) migliaia di utenti sui social network - fra cui molti italiani - si sono scagliati contro Zhanna Zhukova e la sua iniziativa.
"Hanno già raccolto i vibratori?", si chiede un utente su Facebook. Poi, sempre nel social network di casa Meta, qualcuno sostiene che "Chernobyl le ha colpite gravemente". La propaganda russa non si ferma neanche di fronte alla solidarietà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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