Cancellata la celebrazione anticomunista. Perché la sinistra ha ancora paura

Con un colpo di spugna il nuovo premier sloveno cancella la Giornata nazionale della memoria delle vittime della violenza comunista

Cancellata la celebrazione anticomunista. Perché la sinistra ha ancora paura
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Ci sono totalitarismi di serie A (fascismo e nazionalsocialismo) e uno di serie B (il comunismo). Quest'ultimo, nonostante rappresenti il sistema più atroce di repressione politica del XX secolo, viene ancora idolatrato da molti. E quando si fanno notare i crimini della rivoluzione bolscevica o del governo di Iosif Stalin, si ottiene un'unica risposta: lì il comunismo non è stato applicato correttamente. E che dire di Pol Pot? Anche quello non era comunismo vero. E la Cina? Si tratta di un'altra cosa. E Cuba? Un sogno. E la Jugoslavia di Josip Broz Tito? Il paradiso in terra, solo che noi poveri mortali non siamo riusciti a comprenderlo. Il comunismo, unico totalitarismo uscito vittorioso dalla Seconda guerra mondiale, è ancora visto con favore da molti. O almeno con accondiscendenza. Si è insomma disposti a chiudere un occhio, molto spesso anche due, davanti a cento milioni di morti uccisi, più o meno direttamente, dai rossi.

Eppure, il Parlamento europeo è stato chiaro: nazionalsocialismo e comunismo sono pari se si parla di atrocità. Due facce della stessa medaglia: quella di uno Stato totalitario disposto a tutto pur di imporsi. In Slovenia, parte di terra che un tempo fu Jugoslavia, non si può ancora parlare dei crimini di Tito. Ci aveva provato lo scorso anno il premir Janez Janša, che aveva elevato il 17 maggio a Giornata nazionale della memoria delle vittime della violenza comunista da parte del Governo di Lubiana sloveno. Come fa sapere l'Unione degli istriani, però, il nuovo premier Robert Golob ha deciso di abolirla, "con la patetica scusa del mancato coinvolgimento della popolazione in un dibattito adeguato all'atto della decisione del precedente esecutivo", come scrive l'associazione di esuli. Un colpo di penna è bastato per cancellare quella che dovrebbe essere una data in grado di unire tutti gli sloveni.

Come ricordavamo in Verità infoibate, la commissione governativa ha già individuato oltre 750 fosse che conterrebero almeno 135 vittime ciascuna. Una foiba ogni 27 chilometri. Morti senza volto, ma con una storia. Che si vuole ancora oggi cancellare.

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