Ora che anche l'Organizzazione mondiale della sanità ha decretato la fine dello stato d'emergenza per il Covid-19, dovremmo tirare un sospiro di sollievo. Quel virus - che per due anni ha congelato le nostre vite, ha incrinato rapporti consolidati e ha minato la nostra fiducia nel prossimo (oddio, pensavamo vedendo chi avevamo davanti, sarà contagioso?) - ora non è più un problema. Il Covid, nelle sue varianti meno aggressive, c'è ancora, ovviamente. Ma non deve farci più paura. Lo abbiamo visto da un anno a questa parte: è come un'influenza, a volte anche meno aggressivo. Dovremmo dunque metterci l'esperienza della pandemia alle spalle e andare avanti, certi che un incubo è finito e che ci saranno altre sfide nella nostra vita e sapremo superarle.
Eppure non è così per tutti. Dopo aver lanciato la sua crociata contro il vino, oggi Antonella Viola torna a parlare e, commentando la decisione dell'Oms al Wired Next Fest Rovereto, afferma: "Ci dice che siamo fuori dall'emergenza, ma c'è un po' di discussione su cosa si debba intendere per fine di una pandemia. Il virus scompare in una pandemia finita, e non è il nostro caso. Anche se grazie alle vaccinazioni e alla stabilizzazione di Omicron in forma meno aggressiva, non ci preoccupa troppo e non mette in crisi il sistema sanitario. Ma il virus circola e non sappiamo come evolverà e non possiamo prevedere se ci saranno picchi stagionali o meno". Quando esce con queste affermazioni, la Viola pare fare come il gufo che, con il suo canto cupo, ricorda che la disgrazia è dietro l'angolo. Non ci può essere tranquillità per la biologa: il nemico, nonostante sia palese la sua minor forza, potrebbe tornare. E poco importa sottolineare che quasi tutti i virologi abbiano affermato che i virus, col passare del tempo, perdono vigore perché, come ormai abbiamo imparato, il loro obiettivo è sopravvivere il più a lungo possibile nel corpo del malato. Si adattano a noi perché, altrimenti, morirebbero dopo poco. E non è questo il loro obiettivo.
Un virus che torni più aggressivo non è (tendenzialmente) immaginabile. Tutto può accadere, sia chiaro. Ma siamo su percentuali bassissime e dunque trascurabili. Ma per la Viola e per i virologi più pessimisti (e in certi casi anche dai toni più terroristici) la tensione deve continuare a rimanere alta.
Bisogna continuare a vivere portandoci sulle spalle il peso continuo di questa minaccia. Che oggettivamente non fa più paura. Ma tant'è. La paura, quando non c'è, bisogna crearsela da soli. A discapito del notro desiderio di vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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