Cosa si compra con dieci euro? Un po’ di verità. «Le norme anti Covid erano ingiuste, i cittadini hanno diritto a essere risarciti per il “danno non patrimoniale”» da 10 euro, appunto. La sentenza del giudice di pace di Alessandria Paolo Olezza che dà ragione a un gruppo di cittadini che considerano «illegittima» tutta la giurisprudenza emergenziale darà certamente fiato a No Vax e negazionisti della pandemia ma serve a stabilire un principio. «Le posizioni espresse dall’attuale credibile Consiglio dei ministri» in materia di pandemia e vaccini sono «quasi una sorta di confessione stragiudiziale del carattere illecito della normativa».
Il senso del ragionamento dei ricorrenti è semplice: lo stato di emergenza nazionale, alcuni comportamenti «non desiderati» imposti «in modo ricattatorio» dall’esecutivo di Giuseppe Conte hanno prodotto secondo il giudice di pace «benefici inesistenti per quanto concerne il contenimento dell’emergenza epidemica».
Se per Palazzo Chigi, contraria al ricorso, «l’attività legislativa è espressione del potere politico», e dunque una valutazione spettava eventualmente alla giustizia amministrativa (cioè Tar e Consiglio di Stato), secondo il giudice di Alessandria non si tratta di «invadere la funzione sovrana» della politica dell’esecutivo ma casomai stabilire se c’è stato un illecito civile.
Ma il cuore della sentenza è in buona sostanza la contrapposizione tra più diritti in competizione, la salute contro l’istruzione o la libertà di movimento o il diritto di scegliere o meno di curarsi con farmaci sperimentali. Per la toga «il diritto alla salute» che il governo intendeva legittimamente tutelare con lockdown, scuole chiuse, mascherine e vaccinazione obbligatoria non godrebbe «di una superiorità rispetto agli altri diritti fondamentali», secondo il giudice peraltro alcuni effetti della legislazione emergenziale presenterebbero «aspetti inquietanti», vedi l’obbligo di inocularsi «farmaci sperimentali o comunque non approvati in via definitiva». Nel ragionamento il giudice alessandrino cita i dati statistici da cui emerge che chi non ha attuato il lockdown ha avuto comunque meno contagi e meno morti. Ecco perché ai ricorrenti spettano dieci euro ciascuno per «danno dinamico-relazionale e danno morale».
Se il Covid ci avesse insegnato qualcosa potremmo ragionare su questa sentenza e sulla compressione di alcuni diritti rispetto ad altri.
Ma è proprio la lezione mancata della pandemia a ruotare sui guasti che la legislazione emergenziale - aggravata dal mancato aggiornamento del Piano pandemico, che pure una cornice giuridica avrebbe dato a queste disposizione - ha causato. Se domani scoppiasse un nuovo virus, ipotesi neanche troppo peregrina, saremmo nuovamente impreparati. È questa la patologia da cui difficilmente guariremo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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