Dal Dogui dei Vanzina al Davidone della Gintoneria

Se il Dogui anni ‘80 con il suo “la libidine e’ qui amore. Sole, whiskey e sei in pole position”, a sentirlo oggi fa tenerezza, il Davidone Lacerenza con i suoi video trash dove ostenta “riccanza” e sgrammaticature verbali risulta solo deprimente

Dal Dogui dei Vanzina al Davidone della Gintoneria
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Dal genio charmant di Gastone alla simpatia bauscia del Dogui, fino a precipitare nell’ubriacatura avvilente dei congiuntivi sbagliati (ma questo sarebbe nulla se non ci fossero in mezzo anche droga, prostituzione e intrallazzi vari) di Davidone Lacerenza. Da Ettore Petrolini a Gigi Proietti, passando per Alberto Sordi: attori mitici per interpretare il prototipo del viveur di classe.

Ogni epoca ha il Gagà che si merita. Con il commendator Zampetti (un grande Guido Nicheli) dei cinepanettoni vanziniani pensavamo di aver toccato il fondo, ma non era così. Il futuro ci avrebbe riservato individui assai più grossolani. E tristi. Perché se il Dogui anni ‘80 con il suo “la libidine e’ qui amore. Sole, whiskey e sei in pole position”, a sentirlo oggi, fa tenerezza, il Davidone Lacerenza anni 2.0 con i suoi video trash dove ostenta “riccanza” e sgrammaticature verbali risulta solo deprimente. Una ex colonna del Derby, oggi attore di prima grandezza, commenta: “Altro che re della notte… Uno che lava i cerchioni della Ferrari con lo champagne, al Derby lo avrebbero fatto entrare unicamente per prenderlo per il culo…”.

Ieri davanti all’abitazione in viale Monza dove è agli arresti domiciliari c’era un certo movimento di curiosi: il “King” della Gintoneria dello scandalo ha messo prudentemente le tendine alle finestre. Forse per non essere molestato da Fabrizio Corona che ieri ha tentato di “intervistarlo” direttamente dalla strada, con Davidone che faceva strani gesti al di là dei vetri. Ma Corona ha il cellulare di Lacerenza ed è probabile che cerchi in queste ore di carpirgli qualche dichiarazione choc.

Sulle sue tracce restano anche i perspicaci segugi della “Zanzara” che dopo aver reso celebri personaggi di indubbio spessore come “Filippo Champagne” e Nevio lo stirato” (entrambi della combriccola della “Ginto”) non molleranno certo un

intellettuale del calibro di Davidone. Che, secondo una suggestiva definizione di un suo fan deluso, è “un Corona che non c’è l’ha fatta…”. E - dietro quello sconcertante “non” - c’è tutta la Milano che ci siamo meritati.

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