"Leonardo assassina". I collettivi pro-Pal occupano la sede romana dell'azienda

Striscioni, bandiere e megafoni: così le organizzazioni studentesche universitarie sono riuscite ancora una volta a superare la sicurezza di Leonardo e a fare irruzione negli uffici

Occupazione da parte dei collettivi di Leonardo a Roma
Occupazione da parte dei collettivi di Leonardo a Roma
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Dopo l'assalto agli stabilimenti di Torino, i collettivi hanno fatto irruzione nella sede Leonardo di Roma. Incappucciati e con il volto il parte travisato per non farsi riconoscere, sono riusciti a entrare negli uffici dell'azienda a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell'aeronautica, dell'aerospazio e della sicurezza. Le rivendicazioni sono sempre le stesse: "Denunciarne complicità nel genocidio palestinese e nei conflitti che dilagano in tutto il mondo".

Non è chiaro come siano riusciti, ancora una volta, ad accedere ai cortili e agli uffici dell'azienda partecipata dello Stato senza essere preventivamente fermati dall'apparato di sicurezza. Non è da escludersi che, per evitare scontri e problemi, sia stato dato agio ai manifestanti, facenti parte per lo più dei collettivi universitari delle università, in particolare La Sapienza, di passare. Ma la domanda è sempre la stessa: possibile che gruppetti di studenti riescano a organizzarsi in questo modo? "Come si è gridato nell’ultimo anno in tutte le università e le piazze del mondo, oggi siamo qui per ribadire la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina da pretendere anche con lo stop all’invio di armi e ad ogni accordo di ricerca con esercito e istituzioni israeliane", si legge nella rivendicazione pubblicata sui social, con tanto di foto con i volti dei presenti blurrati.

I manifestanti sono riusciti a fare irruzione con un grosso striscione sul quale campeggia la scritta: "Dal Rojava alla Palestina, Leonardo assassina". I cori scanditi sono sempre gli stessi, chiedono la liberazione della Palestina "dal fiume al mare", con conseguenze annullamento di Israele come Stato. Non mancano i cori direttamente contro Israele e, in questo caso, contro Leonardo. Con le bandiere della Palestina, capeggiati da una ragazza con i megafono, invocano "l'intifada" nel nostro Paese. E intanto continuano la loro scorribanda all'interno della struttura.

All'esterno non arrivano notizie se non quelle che, orgogliosamente, gli stessi manifestanti fanno trapelare mediante comunicati pubblicati di social con tanto di rivendicazione e video dell'ingresso. Si vedono gridare all'interno dei saloni, passare di sala in sala con striscioni e bandiere, mentre i lavoratori osservano impassibili la loro sfilata.

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