Sarebbero entrati all'interno di Palazzo Te come normali visitatori intenzionati ad ammirare la mostra in corso su Picasso, salvo imbrattare con del letame la teca contenente un'opera d'arte dell'artista spagnolo. Questa la protesta dai tratti surreali messa in atto poche ore fa da cinque attivisti di Ribellione Animale, con la stessa organizzazione animalista che ha poi provveduto a documentare l'iniziativa sui propri canali social. Alla base della rimostranza ci sarebbe la presenza, fra i promotori dell'esposizione artistica, di un'azienda di salumi, vero obiettivo del blitz animalista.
"Questa mattina, 5 gennaio 2025, attiviste di Ribellione Animale hanno imbrattato con il letame il quadro “Femme couché lisant” della mostra “Picasso a Palazzo Te, Poesia e salvezza” per denunciare la presenza di un'azienda zootecnica tra i membri della Fondazione Palazzo Te, a fianco del Comune di Mantova, che ne è il fondatore e promotore - si legge in una nota pubblicata sulla pagina Instagram di Ribellione Animale -le nostre richieste mirano a un allontanamento definitivo del Comune di Mantova e degli altri membri della Fondazione da quest’azienda, che uccide migliaia di maiali a settimana per il mero profitto, causa gravi danni ambientali all’intera provincia e che contribuisce alla diffusione della peste suina africana". A seguito del loro gesto, stando a quanto riportato dalla stampa locale, i manifestanti sono stati fermati dal personale di Palazzo Te, con gli addetti che hanno poi chiamato i carabinieri.
Al loro arrivo, le forze dell'ordine fatto uscire tutti visitatori dalla villa giuliesca, che è rimasta chiusa per circa un'ora e mezza. I militari hanno poi condotto i cinque in caserma per l'identificazione. A breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi. Nel frattempo, l'amministrazione comunale ha confermato che l'opera non ha subito danni, ma non ha rispramiato una "stoccata" a Ribellione Animale. "Se per avere visibilità si arriva a gettare letame su un’opera di Picasso, per quanto protetta dal vetro, consiglio loro di rivedere la strategia emulativa di marketing, che appare ormai una moda, perché con questi gesti affossano le ragioni stesse della loro protesta - l'attacco rivolto agli attivisti in questione dal sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, dalla propria pagina Facebook - così ottengono esattamente il risultato opposto di quello che auspicano.
Ragioni, al netto dei loro rumori, che possono investire la politica con idee equilibrate e piani di lungo termine, sulle quali non c’è alcun timore a discutere. Ma così no. Così è solo un gesto ignorante fatto su un bene comune, l’arte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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