Messina Denaro, arrestato proprietario di un garage: favorì la latitanza del boss

In casa dell'indagato gli investigatori hanno trovato una pistola e 50 proiettili. Il sospettato avrebbe trasformato due box auto in una sorta di alcova dove si sarebbero incontrati il mafioso e la sua amante

Messina Denaro, arrestato proprietario di un garage: favorì la latitanza del boss
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Un nuovo arresto a Mazara del Vallo, in Sicilia, area geografica dove "imperava" l'ex boss Matteo Messina Denaro. A finire in manette è stato un residente, proprietario di un garage, sospettato di aver messo la struttura a disposizione del capo mafia durante la sua trentennale latitanza. La procura di Palermo, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha disposto il fermo, con le accuse di favoreggiamento aggravato e di procurata inosservanza della pena, di Giuseppe Di Giorgi, 49 anni. All'imprenditore viene anche contestato il reato di detenzione di arma illegale.

L'indagine

In casa gli investigatori hanno trovato una pistola e 50 proiettili. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Di Giorgi avrebbe trasformato due garage del condominio di via Castelvetrano 45/c in una sorta di alcova dove si sarebbero incontrati Messina Denaro e la sua amante Lorena Lanceri. Nel covo sono stati trovati molti documenti definiti interessanti dagli investigatori per continuare la caccia alla rete di favoreggiatori e all'archivio dell'ultimo dei corleonesi.

La banda della Magliana

Nella giornata di ieri gli investigatori hanno anche scoperto che Messina Denaro, sempre durante la sua latitanza, si sarebbe recato a Roma per effettuare alcuni controlli medici in un ospedale specializzato in patologie oncologiche. Secondo l'ipotesi del centro operativo della Dia di Roma, che dal 2018 indagava sugli intrecci tra la criminalità organizzata e l'imprenditoria romana, il boss siciliano, nel suo soggiorno romano sarebbe stato assistito dal figlio di Enrico Nicoletti, ex cassiere della banda della Magliana. Proprio in alcune intercettazioni ambientali lo stesso Antonio Nicoletti racconta la circostanza ad alcune persone presenti, tra cui un ex calciatore.

Le intercettazioni

Nicoletti Jr. in una intercettazione ambientale di una conversazione tra più interlocutori captata a luglio del 2018 dagli investigatori del centro operativo della Dia di Roma diceva: “Oh, ma ti ricordi quel giorno con chi mi sono incontrato io? .. Ma te lo ricordi o no?.. con quello là.. Io mi ci sono incontrato… proprio con lui personalmente. Oh, dentro a un ospedale sei mesi fa..”. Antonio Nicoletti, in quella circostanza si sarebbe offerto di mediare con la società Trapani Calcio, per far ottenere all'amico calciatore un posto da allenatore.

Massimo invece, l'altro figlio dell'ex cassiere della banda della Magliana Enrico, avrebbe definito il fratello Antonio, che si era interessato a una vicenda sanitaria, “più potente del ministro della Sanità”.

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