
Il primo round l’ha vinto il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, che si è costituita prontamente in giudizio. I centri culturali islamici Darus Salaam e Baitus Salat, infatti, hanno fatto due ricorsi al Tar per riaprire le due moschee abusive chiuse dal primo cittadino, sostanzialmente per motivi legati alla legalità e, soprattutto, alla sicurezza.
La loro richiesta, però, è stata rispedita al mittente con i decreti, pubblicati oggi, del presidente del Tar, che ha fissato udienza per il prossimo 7 febbraio. E, nel frattempo, l’ordinanza del sindaco resta valida.
Era il 15 novembre scorso quando la Cisint ha deciso di chiudere due centri culturali convertiti, in modo improprio, a luoghi di culto. Questa decisione, come era prevedibile, non è piaciuta ai musulmani di Monfalcone che, infatti, hanno indetto una manifestazione il 23 dicembre scorso, riempiendo la città di migliaia di fedeli. Una vera e propria anti vigilia di Natale islamica.
Pochi giorni prima, inoltre, i musulmani avevano risposto picche alla proposta - fatta dal parroco di Monfalcone, don Flavio Zanetti - di pregare nei locali adiacenti all’oratorio. Perché la questione per la comunità islamica, più che legale, è ormai diventata politica. Non possono essere trovate soluzioni alternative alla riapertura dei centri culturali. Niente pragmatismo, quindi. Ma solo volontà di imporsi. A tutti i costi. E di sfidare il sindaco.
E, forse, è anche per questo che i centri culturali islamici Darus Salaam e Baitus Salat hanno fatto ricorso al Tar per sospendere, almeno per il momento, l’ordinanza della Cisint. Che, come abbiamo detto, resterà ancora in vigore. In attesa che il Tar si pronunci in maniera definitiva.
Ovviamente perche trenta anni governato dalla snistra.
Avranno ben diritto, in cambio, a ch esi chiuda un occhio su qualche piccola irregolarità burocratica? Tipo potersene fregare della legislazione di pubblica sicurezza, della programmazione edilizia ecc...
In un Comune della Lombardia, la comunità musulmana ha deciso di organizzarsi in un movimento politico che parteciperà alle prossime amministrative e per ora appoggerà la sinistra (ovviamente) ma in seguito potrà diventare una forza politica autonoma.
Quello che non proprio capisco è come le femministe e le comunità LGBTQJA+ di sinistra rifiutino di comprendere che nel mondo islamico, generalmente, la condizione della donna è infinitamente più svantaggiata rispetto a quanto avviene da noi e l'omosessualità in molti paesi è addirittura considerata reato, in certi casi sanzionato con la pena capitale.
Per fortuna c'è qualche sindaco intelligente che capisce la gravità della cosa e spero che il TAR confermi la chiusura.
Immaginate se rimanessero aperte e scoppiasse un incendio dove muoiono persone. Di chi sarebbe la responsabilità? del sindaco che non le ha chiuse? del tar che ha permesso di riaprirle?
In piu sono locali in regola ed adibiti allo scopo?
Mi sembra di leggere un romanzo di fantascienza quando mi imbatto in notizie del genere.