Neonato morto al Pertini, la mamma: "5 giorni dopo mi chiamarono per la visita..."

Dall'esposto presentato alla Procura emergono dettagli scioccanti. Cinque giorni dopo la morte del piccolo, l'ospedale chiamò la famiglia per chiedere conto di una visita saltata

Neonato morto al Pertini, la mamma: "5 giorni dopo mi chiamarono per la visita..."

La tragedia del neonato morto al Pertini di Roma, mentre dormiva accanto alla madre, ha sconvolto l'intero Paese per la sua drammaticità. A distanza di qualche settimana, con le indagini in corso, emergono dettagli ancora più sconvolgenti. A pochi giorni dal decesso, infatti, i genitori del bambino hanno infatti ricevuto una telefonata scioccante.

"Ci hanno chiesto perché non abbiamo portato il bimbo alla visita..."

Nell'esposto alla procura della Repubblica, che sta indagando per omicidio colposo nei confronti di ignoti, i genitori del piccolo hanno riportato dettagli ancor più impressionanti. A soli cinque giorni dalla morte del bimbo (è il 13 gennaio), tornati a casa per vivere il loro dolore, sono stati contattati dal reparto di Pediatria del Pertini che chiedeva conto di una visita saltata.

"Mi chiedono chiarimenti per la mia assenza e quella del bambino alla visita. Mi hanno pure rimproverata...", è il racconto della madre del piccolo, come riportato da Il Corriere. La donna definisce l'episodio come "sconcertante per la maniera in cui il personale non ha avuto la delicatezza necessaria per gestire la vicenda".

Tre ore dopo la telefonata choc, arrivano le scuse via mail della dottoressa Camilla Gizzi. Ben poco per rimediare. Ciò che traspare da questo eposodio, in ogni caso, è che devono esserci problemi di comunicazione non di poco conto all'interno dell'ospedale.

Il suggerimento che ha portato alla tragedia

Ma non finisce qui. Sempre nell'esposto alla procura, la mamma del piccolo spiega che fu proprio il personale sanitario a suggerirle di tenere il neonato nel letto. La donna era stremata dal travaglio e dal parto, e aveva chiesto più volte aiuto perché il figlio piangeva molto e non aveva idea di come calmarlo. "Mi è stato suggerito dal personale di turno che, se il bambino avesse pianto, sarebbe stato opportuno tenerlo a letto con me", racconta.

La tragedia si è abbattuta sulla neo-famiglia l'8 gennaio scorso, quando la mamma si è addormentata, soffocando con il suo peso il bambino. "Il consiglio, abbinato alla pregressa stanchezza, ha posto mio figlio di fronte ad un rischio che si è purtroppo concretizzato", afferma.

Le richieste d'aiuto cadute nel vuolo

Tante volte i neo-genitori hanno chiesto aiuto al personale sanitario per accudire il piccolo, almeno durante le ore notturne. Richieste cadute nel vuoto. Il ricordo della tragica notte in cui ha perso suo figlio è vivido nei ricordi della donna. Poco prima dell'una, il personale sanitario aveva preso il piccolo per svolgere alcuni esami di routine (verificare il livello di iperbilirubinemia neonatale). Il neonato era poi tornato dalla mamma un quarto d'ora dopo, e lei si era addormentata tenendolo in braccio, dopo giorni di insonnia.

Passata l'una, l'incubo.

Svegliata a forza da un'infermiera, la donna si è sentita dire che il piccolo era stato portato in rianimazione. Tutto inutile, purtroppo. L'intervento dei medici non riesce a salvare la vita al neonato.

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