La nuova nave e l’obiettivo delle Ong che non vogliono porti sicuri: "Porterà molte persone in Europa"

Uno dei fondatori delle Ong tedesche esulta per la nuova barca Sea-Eye e si lascia sfuggire quello che tutti immaginano: l'obiettivo è portare i migranti in Europa

La nuova nave e l’obiettivo delle Ong che non vogliono porti sicuri: "Porterà molte persone in Europa"
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Le Ong non vogliono porti sicuri, vogliono porti in Europa. Finalmente, dopo anni, più o meno inconsciamente l'hanno ammesso. Non che fosse un segreto, visto che sono decine i recuperi fatti a una manciata di miglia dalla costa tunisina che hanno visto gli equipaggi della flotta civile chiedere, e pretendere, porti in Italia. Non con l'obiettivo di ottemperare alle indicazioni internazionali, che impongono lo sbarco nel porto del Paese sicuro più vicino, ma con l'obiettivo di portarli dove loro vogliono andare, ossia in Europa. A rendere ufficiale ciò che tutti sospettano è Axel Steier, fondatore della Ong Mission Lifeline, che si lascia andare alla rivelazione nell'esultanza per la nuova nave Ong.

Nei giorni precedenti è stata annunciata con grande entusiasmo la prima missione della Sea-Eye 5, motovedetta della Guardia costiera tedesca, acquistata per entrare a far parte della flotta civile nel Mediterraneo. L'imbarcazione rientra a pieno titolo nella strategia impostata dalle Ong per contrastare la legge Piantedosi e ottenere in questo modo porti vicini. La Sea-Eye 5 si affianca alla Sea-Eye 4 ed è una delle tante piccole navi che ora popolano il Mediterraneo ma la prima vera missione pare verrà rinviata. Perché nonostante sia stata tenuta a "battesimo" da Leoluca Orlando per la sua prima missione, la sua uscita è servita solo a deporre una corona di fiori. Ma Steier crede fortissimamente in questa nuova nave.

"Una nuova nave di salvataggio salverà le persone nel Mediterraneo. Spero che porterà molte persone in Europa", scrive il fondatore della Ong. L'ha scritto nero su bianco, in un post social, senza alcun filtro e senza necessità di nascondersi. Mission Lifeline non riceve finanziamenti dal governo tedesco, almeno non ne ha ricevuti quest'anno a differenza di Sea-Eye, che ha messo in cassa 394mila euro di fondi provenienti dalle tasse dei tedeschi. Ma può comunque fare affidamento sui soldi della chiesa evangelica tedesca, sulla Caritas e sulle donazioni dei privati. Ma se l'obiettivo dichiarato è quello di portarli in Europa, visto che i finanziamenti arrivano dalla Germania, perché le Ong non spendono parte di quei soldi per completare il loro lavoro? Pretendono lo sbarco in Italia ma, una volta arrivati, al porto organizzano anche dei bus sui quali far salire i migranti per terminare il trasferimento in Germania.

Peccato che Olaf Scholz abbia chiuso i confini e non permetta a nessuno senza documento di attraversarli, così come Francia, Svizzera e Austria. Quindi, evidentemente, l'unica Europa che vedono le Ong è l'Italia.

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