
Hanno fatto discutere le motivazioni della sentenza di condanna per Filippo Turetta, che l'11 novembre del 2023 uccise l'ex fidanzata Giulia Cecchettin. La Corte d'assise di Venezia ha condannato il giovane all'ergastolo, ma ha escluso l'aggravante della crudeltà - da qui le polemiche, considerate le 75 coltellate - e quella dello stalking. Ospite di "Zona Bianca", il talk in onda in prima serata su Rete 4, Gino Cecchettin - padre della vittima - ha spiegato: "Ho un punto di vista diverso da tutti gli altri perché sono il papà di Giulia: sentire certe cose mi ha fatto male. Forse si poteva dire la stessa cosa con altre parole, forse è mancata un po' di sensibilità".
"Questo è il mio percepito, sono ignorante in giurisprudenza e non posso dare un giudizio legale" ha aggiunto Gino Cecchettin nel dialogo con Giuseppe Brindisi: "Rispetto la sentenza però, non so perché, ho sofferto ancora. Soprattutto perché è riferito a quel momento di vita di Giulia che più mi fa male, che ancora faccio fatica ad affrontare: fa riferimento a quei venti minuti con cui io non ho ancora fatto i conti appieno, ogni volta che provo a pensarci da genitore sto malissimo". Il padre di Giulia ha poi aggiunto sul punto: "Penso che sia lecito chiedere la crudeltà e lo stalking. Ci penseranno gli avvocati".
Gino Cecchettin aveva già commentato brevemente le motivazioni della sentenza a margine della consegna del premio di laurea intitolato alla figlia organizzato dall'Università di Padova e dalle donne di Coldiretti, andato a Chiara Arnoldo, laureatasi in scienze politiche.
"Dolore su dolore" le parole dell'uomo, che ha esternato la sua tristezza "per quel momento che ci è stato negato" facendo riferimento al fatto che anche sua figlia Giulia era in procinto di laurearsi di lì a poco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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