Rapimento Orlandi, la commissione d'inchiesta va a trovare la mamma

Dossier spariti e testimonianze saltate, il punto sui lavori dell'organismo parlamentare che indaga sulla scomparsa della figlia di un dipendente del Vaticano, avvenuta nel giugno 1983

Rapimento Orlandi, la commissione d'inchiesta va a trovare la mamma
00:00 00:00


Presunti riscatti, dossier che spariscono e riappaiono, testi che rinunciano all’audizione. Per la commissione parlamentare che indaga sulla sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono giorni difficili e pieni di lavoro. Per questo ieri una rappresentanza composta dal presidente Andrea De Priamo e dai due vicepresidenti Riccardo Augusto Marchetti e Roberto Morassut, si è recata in visita dalla signora Maria Pezzano, vedova Orlandi e mamma di Emanuela, che ormai da 42 anni aspetta una verità sulla scomparsa della figlia Emanuela. La delegazione ha ribadito la piena solidarietà e la vicinanza umana di tutto il Parlamento e ha assicurato il massimo impegno dopo quasi un anno di lavoro.

In attesa di riprogrammare l’audizione di Sabrina Calitti, all’epoca allieva della scuola di musica sacra Ludovico Da Victoria frequentata da Emanuela Orlandi, prevista nei giorni scorsi e saltata per il troppo clamore mediatico e per lo stress legato agli articoli di stampa che annunciavano la sua audizione, l’attenzione è concentrata sugli avvenimenti successivi alla sparizione della figlia del dipendente del Vaticano, di cui si sono perse le tracce nel pomeriggio del 22 giugno 1983, nel lasso di tempo che va dall’uscita dal Palazzo di Sant’Apollinare al breve percorso su corso Rinascimento, in attesa nei pressi della fermata Atac di fronte al Senato della Repubblica. Ecco perché l’audizione della Calitti (una delle ultime persone ad aver visto la Orlandi) è cruciale.

Intanto la Commissione di inchiesta, dopo quelli all’archivio di Stato, ha acquisito altri documenti sul caso. I parlamentari stanno passando al setaccio le quasi 600 pagine trasmesse dall’Archivio centrale dello Stato alla Commissione bicamerale, con un verbale di consegna che reca la data dell’11 marzo 2025. La consegna fa seguito a una richiesta del 30 gennaio scorso da parte del presidente De Priamo, quando era emerso che vi erano fascicoli inerenti al caso Orlandi depositati presso l’Archivio di Stato ma «vuoti». È possibile che gli atti mancanti siano stati trattenuti dalla direzione centrale della Polizia di prevenzione, organismo che si occupa di antiterrorismo, subentrato all’Ucigos.

Il mistero vale anche per il presunto fascicolo sul caso in Vaticano: «Non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che esista, dal 2017 ne facciamo richiesta a gran voce: spiace che siamo nel 2025, ne parliamo ancora, ma non lo abbiamo mai visto», ricorda l’avvocato Laura Sgrò. La vicenda del dossier fantasma è tornata fuori nei giorni scorsi dopo la pubblicazione sul Venerdì di Repubblica di due documenti del Sismi su un possibile riscatto, che il Vaticano smentisce. In questi documenti risalenti al periodo giugno-agosto 1983 si farebbe riferimento a un riscatto che sarebbe stato pagato e a presunte «notizie importantissime» sul Vaticano stesso che sarebbero state a conoscenza del padre di Emanuela, circostanza già smentita al tempo dall’assessore per gli affari Generali della Segreteria di Stato dell’epoca, cardinale Eduardo Martínez Somalo, nel corso di un vertice in Vaticano al quale parteciparono l’allora comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri, colonnello Domenico Cagnazzo, e dal capo della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma, Nicola Cavaliere (sentito recentemente dalla commissione) e sarebbe già noto.

In commissione sarà presto sentito anche Ezio Gavazzeni, autore del libro sull’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 «Il papa deve morire» e basato su «numerosi documenti inediti» che

attribuirebbero il tentato omicidio di Karol Wojtyla all’esercito di liberazione armeno Asala, collegato con Alì Agca tramite un trafficante d’armi, tanto che la procura di Roma potrebbe riaprire le indagini sull’agguato al Papa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica