Erano stati i familiari della 75enne morta per un'infezione all'ospedale Perrino di Brindisi, a sporgere denuncia per l'anomalia del decesso della loro congiunta, arrivata al Pronto Soccorso e poi ricoverata nel reparto di cardiologia per un infarto miocardico acuto, ma in seguito morta per un'infezione.
Il decesso
La donna a ottobre del 2018 si era recata al pronto soccorso dell'ospedale del Perrino di Brindisi, con forti dolori nella parte retro-sternale. Dopo la visita i medici decidono per il recovero urgente in Cardiologia per quello che definiscono un infarto miocardico acuto. Poco tempo dopo la donna però muore, ma non per complicanze nell'intervento, bensì per un'infezione contratta proprio in quell'ospedale, secondo quanto scritto nel provvedimento del giudice Francesco Giliberti di Brindisi in cui si certifica la responsabilità della Asl.
In particolare, scrive sempre il giudice, si trattava di: "un'infezione ospedaliera multi resistente in due tempi, prima da acinetobacter bowmani, klebsiella pneumoniae e pseudomonas aeruginosa e successivamente da P. aeruginosa multi R e proteus mirabilis multiR", che purtroppo non ha lasciato scampo alla donna.
La denuncia
I familiari non si sono mai arresi a quella morte che loro considerano anomala e chiedono aiuto all'avvocato Emilio Graziuso, presidente dell'associazione nazionale "Dalla Parte del Consumatore". Il legale, dopo aver tentato di risolvere la controversia in via stragiudiziale per evitare ai familiari della vittima un lungo contenzioso, ha promosso una azione di accertamento tecnico preventivo. Da questa è stata accertata l’insorgenza dell'infezione e la correlazione con il decesso che ha poi condotto alla condanna della Asl a una somma di quasi un milione e 300mila euro.
La vittoria in tribunale
"Il tribunale di Brindisi ha accolto in pieno le tesi processuali sulle quali era stata incentrata l'azione risarcitoria dei familiari della vittima di infezione contratta in ospedale - spiega l'avvocato Emilio Graziuso - A seguito di specifiche consulenze tecniche con esperti nominati dal tribunale, infatti, sono state chiarite le cause della morte del paziente e il rapporto tra le stesse e la responsabilità della struttura ospedaliera. Da ciò è derivato il risarcimento del danno".
L'avvocato, soddisfatto dell'esito, conclude poi dicendo: "La speranza dei miei assistiti – chiude - è che la loro vittoria in tribunale possa evitare che drammi di questo genere si verifichino nuovamente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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