Sbarchi, l'ultima lagna delle Ong contro il governo Meloni

Le Ong dimostrano ogni giorno di più di essere incapaci di sottostare alle regole e continuano a strumentalizzare la tragedia di Cutro per i propri interessi

Sbarchi, l'ultima lagna delle Ong contro il governo Meloni
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Le Ong proseguono con il loro piagnisteo continuo a seguito dell'emanazione del decreto Piantedosi per la regolamentazione dell'operato delle navi della flotta civile e quest'oggi un rappresentante di Medici senza frontiere, Juan Matias Gil, capo missione della nave Geo Barents, si è presentato al Parlamento europeo per l'ennesima filippica contro il nostro Paese. L'esponente della Ong ha sempre avuto a disposizione, come democrazia impone, tutti i microfoni desiderati per fare le sue inveti e contro l'Italia, prima perché i porti venivano assegnati con lentezza, poi perché è stato concesso di effettuare solo un salvataggio per volta, quindi perché il governo sceglie in totale autonomia i porti da destinare allo sbarco.

Le Ong erano abituate ad avere la massima autonomia in tal senso. Stavano in mare giorni e settimane fino a fare il pieno carico alla loro nave, che poi conducevano davanti alle acque territoriali italiane in zona siciliana, per ottenere, dopo un po' di attesa, un porto agevole per consumare meno carburante possibile e nel frattempo lamentandosi degli italiani che non si prostravano ad aiutare i migranti a bordo, lasciandoli pericolosamente in balia del mare. Sì, perché secondo loro stare in mezzo al mare per lungo tempo in attesa di caricarla al massimo non era problematico per i migranti, mentre lo era stare nei pressi della costa in attesa del porto.

Ora che sono cambiare le regole del gioco e che l'Italia ha finalmente messo dei paletti per dare un ordine, soprattutto per migliorare la qualità della gestione e dell'accoglienza, i mugugni delle Ong si fanno sempre più insistenti, anche perché supportati dalla solita retorica ideologica della sinistra. "Noi siamo oggetto di criminalizzazione, siamo diffamati, c'è ostracismo nei nostri confronti. L'abbiamo visto con l'ultimo decreto Piantedosi in Italia per minimizzare i termini in cui possiamo operativi in mare", ha lamentato lo spagnolo Juan Matias Gil.

Ancora una volta, nonostante non venga fatto notare con troppa enfasi, dalle Ong danno per scontato che l'Italia debba essere l'unico Paese che deve subire il carico della pressione migratoria di tutto il Mediterraneo. Nonostante i numerosi Paesi che vi si affacciano, non vengono mai posti sotto accusa altri che non siano il nostro. "Prima dell'entrata in vigore di questo decreto salvavamo 300 persone in ogni missione che realizzavamo. Oggi c'è una riduzione del 40% delle persone salvate. Possiamo aspettarci molti più morti perché c'è stata normalizzazione degli attacchi nei nostri confronti e non c'è un'alternativa a questa nostra azione con un mandato chiaro di salvataggio delle vite", ha concluso Gil.

È importante specificare anche che il suo intervento si è sviluppato durante l'audizione in commissione Libertà civili al Parlamento europeo sul naufragio di Cutro. Il naufragio di Cutro è avvenuto ai danni di una nave che proveniva dalla Turchia, che navigava in condizioni regolari fino a che una manovra sbagliata del capitano non l'ha portata a sbattere su una secca davanti alla costa calabrese.

Quella rotta, come può essere facilmente verificato, non è coperta dalle Ong, che lavorano solamente su quella che dalla Tripolitania arriva in Sicilia. Pertanto, che utilizzino Cutro come leva contro il governo è l'ennesima inutile e vergognosa strumentalizzazione.

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