Un processo che ha sconvolto l’intero mondo sportivo, ma in particolare quello della ginnastica. Siamo abituati a vedere le sorprendenti evoluzioni coreografiche a ritmo di musica tra fune, cerchio, palla, clavette e nastro. Giovani atlete danzano sempre sorridenti davanti ad un pubblico sorpreso per la sequenza dei passi ritmici. Spenti i riflettori, però, si nasconde una vita fatta di sacrifici, troppi forse per qualcuna. Si è tenuta la terza udienza del procedimento sportivo che vede la commissaria tecnica della nazionale italiana di ginnastica ritmica, Emanuela Maccarani, insieme alla sua assistente Olga Tishina, sotto accusa per presunti abusi psicologici nei confronti della sua allieva Nina Corradini, ex ginnasta e argento nel 2017 ai campionati europei juniores.
L’udienza ha visto la Corradini da un lato e la Maccarani dall’altro nell’aula del tribunale federale nazionale di Roma.
"Sono andata via perché non riuscivo più a stare a Desio. È successo quando mia madre è stata trasferita in Francia. Non riuscendo più a star lì ho chiesto di poter andare con lei. Dopo sono andata anche da uno psicologo dal quale sono in cura tutt'oggi". Sono queste le parole dell’ex farfalla, 20 anni ad agosto prossimo, dinanzi ai giudici. Raccontando la sua giornata tipo a Desio, il Comune in provincia di Monza e della Brianza dove si trova l’accademia internazionale di ginnastica ritmica, si è soffermata sul momento della pesa. "A turno salivamo sulla bilancia e il mio ricordo è negativo perché anche se aumentavamo di uno o due etti venivano fatti commenti ad alta voce e davanti a tutti", ha aggiunto. Il tribunale le ha chiesto di precisare che commenti le venissero fatti nell’Accademia di Desio e la Corradini ha risposto: “Ad esempio "come fai a guardarti allo specchio" oppure "ma non ti vergogni?". E la maggior parte delle volte questi commenti erano riferiti a me. Poi non sempre finivano lì perché c'erano anche strascichi in allenamento". La Corradini conferma che questi commenti venivano fatti "a turno da tutte le allenatrici, da Olga Tishina e a volte anche dalla Maccarani".
A difesa dell’allenatrice ci sono state, però, le dichiarazioni di Martina Centofanti, farfalla della nazionale italiana di ritmica, (figlia di Felice, ex giocatore dell’Inter) chiamata come teste nell'udienza.
"Anna Basta (altra ex ginnasta che ha denunciato con la Corradini gli abusi subiti) provava dei rancori nei nostri confronti per un suo insuccesso personale, era invidiosa" ha dichiarato la Centofanti. "Non ha mai accettato l'esser scartata dalla prima squadra nell'anno olimpico - ha aggiunto -. Ma lei fu esclusa non solo per il fisico, ma anche per un motivo tecnico". Poi ancora: "Con Anna siamo rimasti in buoni rapporti anche dopo che è andata via da Desio, per questo siamo rimaste spiazzate dalla sua denuncia. Non era mai trapelato nulla con noi di questo malessere".
Parlando poi degli atteggiamenti tenuti dalle allenatrici accusate, Tishina e Maccarani, ha spiegato: "Ricordo Olga Tishina dire a Nina Corradini e Anna Basta "così è un po’ troppo". Ho sentito dirle anche "il bambino cresce”, ma quelle parole ognuno le interpretava a modo suo.
È chiaro che i toni si alzavano quando c'erano questi aumenti di peso e qualche frase sopra le righe è uscita, ma sporadicamente e mai con la volontà di offendere. Sono a Desio da dieci anni e non ho mai vissuto commenti vessatori e denigratori. Maccarani e Tishina sono sempre state corrette e professionali con tutte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.