La rotta fantasma dei migranti: così i trafficanti turchi, russi e ucraini puntano l'Italia

La nave di migranti naufragata nei pressi di crotone ha attraversato una rotta fantasma che collega la Turchia al Mar Ionio. Gli scafisti arrestati e collegati a questi arrivi sono quasi sempre russi e ucraini

La rotta fantasma dei migranti: così i trafficanti turchi, russi e ucraini puntano l'Italia

La strage di migranti avvenuta a Steccato di Cutro, nei pressi di Crotone, ha fin qui fatto registrare un bilancio, in continuo aggiornamento, di oltre 50 morti. L'episodio è avvenuto lungo una rotta particolare che termina tra Calabria e Salento. La stessa, tra l'altro, attraverso la quale sono sbarcate in Italia quasi 30mila persone. C'è un piccolo particolare sul quale vale la pena accendere i riflettori: gli scafisti arrestati e collegati a questi arrivi si sono pressoché sempre rivelati essere russi e ucraini provenienti dal Mar Nero.

L'altra rotta

Come ha sottolineato Il Corriere della Sera, quando parliamo di immigrazione non dovremmo accendere i riflettori soltanto sull'hot spot di Lampedusa e sui flussi in arrivo dal Nord Africa. Esiste infatti anche una seconda rotta, troppo spesso fatta passare in secondo piano, che conduce i migranti sul territorio italiano attraverso il Mar Ionio.

Si tratta, per intenderci, della rotta utilizzata dalla barca di migranti naufragata nelle scorse ore davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una ventina di chilomentri da Crotone. Una rotta collegata a profili criminali molto particolari, che da almeno una decina di anni risultano attivissimi: quelli di scafisti russi e ucraini.

Leggendo i numeri riportati da Frontex, l'altra rotta, la rotta turca che va dall'Egeo allo Ionio, è stata impiegata nel corso del 2022 da 28.823 persone. Molte sono arrivate fino all'Italia, altre si sono invece fermate in Grecia per poi proseguire lungo i Balcani per approdare nel centro Europa. La rotta che invece collega il Nord Africa alla Sicilia è stata utilizzata, nello stesso lasso di tempo, da più di 60mila persone.

Trafficanti russi e ucraini

Le percentuali segnalate sono emblematiche. L'incremento del traffico di migranti lungo la rotta dimenticata è aumentato del +118%, a fronte del +42% fatto segnare da quello attraverso il Mediterraneo.

C'è però una differenza sostanziale tra i due percorsi citati. Le persone che terminano il loro viaggio in Calabria o in Puglia provengono per lo più dalle zone di guerra dell'Asia, come Afghanistan, Siria e Iraq, dall'Iran o dal Pakistan. Tutti partono quasi sempre dal porto di Bodrum, nella Turchia meridionale. Si spostano con barconi spesso insicuri oppure mediante imbarcazioni a vela, più sicure e meno visibili. Sulla rotta dimenticata, inoltre, non ci sono ong. Gli sbarchi, come rivela anche la tragedia avvenuta stamani, avvengono di nascosto.

Last but not least, il traffico è gestito da bande turche, mentre gli scafisti sono spesso russi o ucraini che provengono dalle coste del Mar Nero. Un esempio? Lo scorso 4 novembre, il veliero Blue Diamond è sbarcato in Sicilia. Conteneva 99 afghani e pakistani. L'imbarcazione batteva bandiera ucraina mentre gli skipper erano di nazionalità russa.

Nel frattempo le autorità italiane e i Vigili del Fuoco di Crotone sono impegnati nell'attività di recupero dei superstiti e dei corpi di coloro che non ce l'hanno fatta al largo delle coste calabresi. Sulla spiaggia di Steccato di Cutro le operazioni in mare, che vedono impegnati sommozzatori e soccorritori acquatici, si stanno rivelando piuttosto complicate.

Al momento, come detto, sono una cinquantina le vittime ritrovate in mare o spiaggiate. Da quanto si apprende l'imbarcazione naufragata era salpata quattro giorni fa da Izmir, in Turchia. Al momento è stato fermato un cittadino turco sospettato di essere lo scafista del barcone.

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