Scala, Shammah: "Sono a disagio con la polizia". Vannacci: "Vada in un centro sociale"

La regista si è detta in imbarazzo per la polizia all'esterno del teatro Piermarini per la prima: senza le divise, i 2mila dei centri sociali non avrebbero garantito la sua sicurezza e quella degli altri avventori

Polizia a presidio del teatro alla Scala per la prima del 7 dicembre, sullo sfondo gli antagonisti
Polizia a presidio del teatro alla Scala per la prima del 7 dicembre, sullo sfondo gli antagonisti
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Fin dal mattino, gli antagonisti hanno cercato di disturbare la prima del teatro alla Scala di Milano, scaricando palate di letame davanti all'ingresso, nel quale hanno messo le immagini di personalità politiche quali Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Benjamin Netanyahu. Nel pomeriggio di ieri, poi, era stata annunciata una manifestazione, che poi c'è stata, che lambiva la "zona rossa" istituita per garantire agli ospiti e agli attori la perfetta riuscita del debutto della stagione. Il servizio di sicurezza è stato impeccabile, i manifestanti hanno tentato l'assalto alle barriere protettive poste nei dintorni del teatro ma hanno desistito. È stato lanciato qualche petardo, qualche uovo, ma niente che abbia disturbato la prima. Eppure, c'è chi non ha mancato di lamentarsi e di criticare il dispositivo di sicurezza. La regista Andrée Ruth Shammah ha dichiarato: "Sono entrata in un posto di bellezza e musica con tutta la polizia intorno. Sono a disagio. Sembra che si difende una élite mentre si difende la musica, la bellezza in una giornata di festa per Milano".

La polizia era lì per difenderla da ciò che lei non ha visto, ossia i facinorosi che hanno tentato di assaltare il teatro e che sono stati fermati da barriere e dalla presenza massiccia di quelle divise che l'hanno messa a disagio. "Mi imbarazza la polizia fuori, cosa stiamo difendendo? L'èlite elegante o la cultura? Se fossero invitati quelli che manifestano, verrebbero? Cerchiamo di mischiare le carte in tavola", ha aggiunto la regista. Mi piacerebbe, ha proseguito, "una protesta per cose che riguardano tutti. Tutto questo mi fa sentire separata dalla città e invece io voglio essere parte della città, la Scala deve essere parte della città. Mi hanno spaventato dicendo che bisogna essere alle 17.30 in sala, tutti segnali di preoccupazione ma io vorrei essere felice e non preoccupata".

Parole di chi, evidentemente, non si accorto che mentre prendeva posto nel teatro, sotto la pioggia gli agenti le permettevano di essere magari preoccupata, ma non certo in pericolo. A Shammah ha replicato il generale Roberto Vannacci, ora al parlamento europeo con la Lega: "Invece di andare alla Scala vada in un centro sociale così si sentirà più sicura". L'eurodeputato ha fatto notare che "la regista radical-chic dichiara di sentirsi 'in imbarazzo' perché davanti a la Scala di Milano c'è un cordone della polizia.

Non perché ci sono i centri sociali che manifestano e sedicenti 'attivisti' che versano letame davanti all'ingresso, piazzandoci sopra le facce di Meloni etc". C'erano 2mila persone in corteo ieri pomeriggio, se non ci fossero state le forze dell'ordine a tutela, anche di Shammah, oggi staremmo raccontando una storia diversa.

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