Se la sinistra lascia solo il prete anti camorra

L'allarme di don Patricello all'Antimafia: presto a Caivano succederà qualcosa di brutto

Se la sinistra lascia solo il prete anti camorra
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C'è un macabro terno da giocare sulla ruota di Napoli: 4, 11 e 15 nella Smorfia napoletana sono il prete morto, ammazzato, perché fa scandalo. Più che giocarsi questi numeri, per chi ci crede, i mafiologi che hanno perso ormai qualsiasi credibilità dovrebbero farsi un giro a Caivano, periferia dell'impero. A Napoli, Europa, c'è un prete che rischia la vita perché ha avuto il coraggio di chiamare il premier Giorgia Meloni a ripulire il quartiere del Parco Verde, al centro di vicende ignobili su ragazzine innocenti. Era il 25 agosto 2023, dopo lo stupro delle due cuginette al Parco Verde, che ha portato alla condanna, ad agosto 2024, di tre dei sette minorenni coinvolti.

"Presidente Meloni, ho il cuore lacerato, sono tutti ragazzini. Vittime e carnefici. Vieni, facci sentire italiani, europei. Vieni a vedere come sopravvivono i dannati di questo quartiere", aveva scritto a Palazzo Chigi. Pochi giorni dopo è arrivato il premier e da allora tutto è cambiato. Da un anno a questa parte la più grande piazza di spaccio non funziona più, la camorra gliel'ha giurata. Ma se è (forse) bastato un omonimo decreto a riaccendere l'attenzione dei giornali sul problema della criminalità minorile, su Caivano da allora i riflettori mainstream si sono spenti. E da quelle parti l'oblio è spesso l'anticamera della morte, civile ma soprattutto reale per chi ci vive e proclama la parola di Dio. Don Maurizio Patriciello l'altro giorno era alla commissione Antimafia, giustamente chiamato dalla presidente Chiara Colosimo, a raccontare cosa sta succedendo in quel disgraziato quartiere dopo che un palazzo occupato è stato sgomberato, di fianco alla chiesa di San Paolo di cui è parroco.

L'altra sera sei donne si sono barricate sull'attico di un palazzo, minacciando il suicidio, per protestare contro gli sgomberi delle case occupate abusivamente. "Hanno valutato di mettere fuori 36 famiglie, grazie a Dio abbiamo il prefetto Michele Di Bari che è arrivato a Parco Verde e ha aperto un dialogo con gli abitanti ma è bastata questa cosa qua per farmi mettere in croce", sottolinea il prete anticamorra. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno allestito un gonfiabile ai piedi dell'edificio, che si trova nei pressi. È stato lui a convincerle a desistere, ma a che prezzo? "Penso che in questi giorni possa accadere qualcosa di doloroso. Bisogna stare attenti a dire le parole. Voglio illudermi di vivere in uno Stato democratico e civile, abbiamo chiesto aiuto", è l'allarme di don Patriciello in audizione. ''Si muore, anche solo in senso lato e non fisico, quando si viene lasciati soli. Nessuna faida troverà spazio se noi non la lasceremo solo e noi non lo faremo", è la promessa della Colosimo, "la paura della sua sovraesposizione, che condivido, non lo permetterà a me. Qui troverà sempre orecchie ad ascoltare e gambe pronte e venire a Caivano, perché nessuno mai più possa continuare a rubare la speranza di uno solo di quei bambini, lo faremo per i ragazzi che lei accoglie in parrocchia e anche per quelli che ancora devono trovare la strada per venire da lei''.

Già. Ma su quella strada dovrebbero essere in tanti.

Dov'è Roberto Saviano, stranamente così taciturno davanti a questa Gomorra in erba? Dov'è la Procura di Napoli di Nicola Gratteri? Dove sono le associazioni anti camorra che invocano più Stato? Non è che per caso sono spariti perché don Patriciello ha la colpa di essere "amico" della Meloni e della Colosimo?

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