Le ricerche dei carabinieri a Campobello di Mazara non si sono mai interrotte e nelle ultime ore le forze dell'ordine hanno individuato un terzo covo di Matteo Messina Denaro. La polizia di Stato è riuscita ad arrivare al covo attraverso chi gli ha fatto il trasloco, come apprende l'Adnkronos, per andare nella casa in cui ha vissuto fino a pochi giorni fa. Se n'è andato da quella abitazione ai primi di giugno. L'appartamento è in vendita ed è stato trovato vuoto e ora le forze dell'ordine stanno risalendo alla sua attuale proprietà. Tutta la zona è stata isolata per evitare ulteriori contaminazioni e sono attesi i rinforzi dalla polizia scientifica per i rilievi all'interno del covo.
Intanto emergono nuovi elementi sul primo appartamento perquisito dalle forze dell'ordine, che stanno continuando a lavorare per risalire alla rete di fiancheggiatori che hanno favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro. All'interno dell'immobile in cui il boss ha trascorso gli ultimi sei mesi di latitanza in via CB 31 è stato trovato un libro mastro, che è probabilmente quello in cui Matteo Messina Denaro annotava i riferimenti di parte della sua rete tra fiancheggiatori e affari. È interamente scritto a mano e vi sono segnati sigle e numeri di telefono, che ancora gli investigatori devono decifrare.
Si sa ancora molto poco del suo contenuto, le indagini sono in corso, ma gli inquirenti considerano questo taccuino un reperto molto importante per andare a fondo nel lavoro di scandagliamento della vita del boss, che è stato latitante per 30 anni. Le informazioni al suo interno sarebbero state appuntate dal 2016 e arrivano fino agli ultimi giorni: da qui sarà possibile ricostruire la rete di relazioni, anche sentimentali, intrecciate dal boss. È stato trovato in un ambiente occultato in cui vi era altra documentazione, tra cui svariati "pizzini" con nomi, numeri di telefono, spese di viaggio.
Intanto, all'autista che è stato fermato nel giorno dell'arresto di Matteo Messina Denaro, sono stati confermati gli arresti. Giovanni Luppino, incensurato e ufficialmente impegnato nella coltivazione delle olive, "risulta la persona più vicina allo storico capomafia trapanese su cui forze di Pg e magistratura siano riusciti oggi e mettere le mani".
Così scrivono i magistrati nello verbale di convalida del fermo, confermando che Luppino ha "certamente contribuito, in senso materiale e causale alla prosecuzione della latitanza di Messina Denaro, facendogli da autista e accompagnatore personale". Al momento dell'arresto era in possesso di un coltello. "Lo porto sempre con me", si è giustificato Luppino, che in precedenza ha negato di conoscere la vera identità di Andrea Bonafede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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