Strage Bologna, in appello confermato l'ergastolo a Paolo Bellini

L'attentato, avvenuto il 2 agosto 1980, costò la vita a 85 persone. L'ex terrorista nero condannato per "concorso". Condanne confermate per l'ex carabiniere Piergiorgio Segatel e l'ex amministratore di condominio Domenico Catracchia

Strage Bologna, in appello confermato l'ergastolo a Paolo Bellini
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È stata confermata in appello la condanna all'ergastolo per Paolo Bellini, l'ex militante di Avanguardia Nazionale, imputato per concorso nella strage avvenuta il 2 agosto del 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna costata la vita a 85 persone. La sentenza dell’appello è arrivata dopo circa sei ore di Camera di consiglio.

Non solo. Perché la Corte di Assise di Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha anche ribadito la colpevolezza degli altri due imputati: l'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio e condannato a sei anni di reclusione, e Domenico Catracchia, ex amministratore di condominio in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm per sviare le indagini. Quest’ultimo è stato condannato a quattro anni.

Le motivazioni della sentenza saranno disponibili entro 90 giorni. Prima che la Corte si ritirasse in camera di consiglio Segatel e Bellini avevano rilasciato dichiarazioni spontanee. L'ex membro di Avanguardia nazionale ha parlato per quasi 3 ore ma al momento della lettura del verdetto non era presente in quanto, così come ha dichiarato nel corso del dibattimento, doveva "sostenere degli interrogatori" e doveva "prendere un farmaco".

"Bologna è felice, ha trovato la sentenza a misura. Che altro posso dire? Non mi so spiegare le motivazioni di una pronuncia che arriva dopo sei ore di camera di consiglio ma certo ricorreremo in Cassazione", ha dichiarato all’Adnkronos Antonio Capitella, avvocato difensore di Bellini. Il legale ha anche spiegato che Bellini alla pronuncia "era già via, ancora non lo abbiamo sentito".

Grande soddisfazione è stata, invece, manifestata dai parenti delle vittime presenti in Aula, insieme al presidente dell'Associazione fra i familiari delle vittime, Paolo Bolognesi. "Questo è un tassello molto importante per confermare la verità che è emersa durante questi due gradi di giudizio. Non è finita, sappiamo benissimo che ci sarà il ricorso alla Cassazione, ma questo è un tassello importante per noi familiari delle vittime. Perché è la parola agli 85 che non possono parlare, questi sono i fatti, sappiamo chi sono stati i mandanti, sappiamo chi è stato. Cercheremo di non fermarci qui", ha affermato Anna Pizzirani, vicepresidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto 1980, dopo la sentenza. “E questo nonostante il delirio di questa mattina - ha aggiunto riferendosi alle dichiarazioni spontanee dell’imputato - i fatti sono questi, nella foto era lui”. "La chiave di lettura è completa, il discorso è arrivare a tutte le responsabilità politiche che hanno permesso a tutti questi individui di operare senza pagare mai dazio", ha aggiunto il presidente dell’Associazione.

In una nota, il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha spiegato che quella di oggi è "una sentenza importantissima che ci avvicina ancora di più alla verità di quello che è realmente accaduto il 2 agosto 1980. Una strage che aspetta dopo quarantaquattro anni giustizia. Condividiamo con i familiari delle vittime e con tutta la città di Bologna la soddisfazione di questa conferma in appello".

"Un grazie- si legge ancora nel documento- a chi ha con tenacia cercato e perseguito questo esito, dai familiari delle vittime, alla procura, agli avvocati di parte civile, che hanno lavorato in questi anni per offrire un quadro probatorio solido, che oggi trova un pieno riconoscimento dalla Corte d'Appello di Bologna".

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