Nel labirinto della violenza. Ritorna "Squid Game"

È stata la fiction di maggior successo su Netflix. Fa riflettere ancora su cosa vuol dire giocarsi la vita

Nel labirinto della violenza. Ritorna "Squid Game"
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I numeri, ormai lo sapete, sono da capogiro. La serie tv coreana Squid Game, uscita su Netflix nel settembre del 2021, quando il mondo stava uscendo dalla pandemia ma era ancora incollato al piccolo schermo, ha accumulato più di 1,65 miliardi di ore di visualizzazione da parte di più di 142 milioni di famiglie nei suoi primi 28 giorni, raggiungendo il primo posto nella Top Ten di 94 Paesi. Squid Game è dunque diventata non solo la serie più popolare della piattaforma di streaming ma anche un vero e proprio fenomeno di costume globale grazie alla semplice idea di utilizzare un popolare gioco per bambini coreano per imbastire un micidiale reality di sopravvivenza in cui 456 esseri umani rischiano la vita per una grosso montepremi. Con la giusta distanza temporale arriva ora, dal 26 dicembre sempre su Netflix, la seconda stagione che promette di essere ancora più spietata e coinvolgente. Parola del creatore e regista della serie Hwang Dong-hyuk e dei due protagonisti principali, Lee Jung-jae & Wi Ha-jun, presenti ieri alla seguitissima manifestazione Lucca Comics & Games, fino a domenica nella città toscana dove in piazza Anfiteatro c'è un intero padiglione dedicato alla serie.

«Quando si crea qualcosa racconta il regista si spera che abbia successo ma non mi aspettavo una risposta simile. Probabilmente ha funzionato il fatto che volevo mostrare uno specchio della nostra società capitalistica che promuove un sistema competitivo, portatore però di un divario della ricchezza. Spero che anche questa seconda stagione dia la possibilità agli spettatori di porsi delle domande su che tipo di società è quella in cui viviamo». Su questo punto centrale concorda anche Lee Jung-jae che interpreta Seong Gi-hun, il ludopatico che, con il famoso numero 456, partecipa allo Squid Game per pagare i debiti ed è l'unico a sopravvivere: «Conviviamo nella società attuale e dobbiamo sforzarci per un mondo migliore in cui rispettare e avere cura delle persone più deboli. Nella serie ci sono diversi personaggi con altrettante storie e c'è spazio anche per capire come aiutare gli altri». Sulla stessa linea Wi Ha-jun che interpreta il poliziotto sotto copertura Hwang Jun-ho: «Il mio personaggio è andato a cercare il fratello anche per fermare questo gioco, vedrete ancora la sua determinazione e il suo carisma».

La seconda stagione sarà praticamente un ritorno, dice il regista, «nell'isola dove è stata giocata la prima con i luoghi familiari come il dormitorio e le la scale con tutti i colori ma con più elementi e sfondi più belli. Naturalmente ci saranno anche posti nuovi, così come giochi nuovi». Infatti tre anni dopo gli eventi del primo atto, il protagonista, il numero 456 ora con i capelli tinti di rosso «un atto di coraggio e una rappresentazione simbolica perché non è più l'uomo comune di prima», rivela l'attore vuole scoprire chi c'è dietro al gioco. Ma per farlo, suo malgrado, dovrà rigiocare e riprovare a sopravvivere. A sorpresa Hwang Dong-hyuk rivela che ci sarà anche un po' d'Italia nella serie: «Nel primo episodio è presente Nessun dorma di Puccini e si ascolterà anche Time To Say Goodbye di Andrea Bocelli (ossia la famosa Con te partirò, ndr)».

Dagli Stati Uniti arrivano poi delle indiscrezioni che vedono il regista David Fincher al lavoro su un remake della serie: «L'ho letto anche

io ma non so se sia ufficiale. Amo e rispetto Fincher come regista. Sono sinceramente molto curioso e per nulla geloso», dice Hwang Dong-hyuk che ha già pronta la terza e ultima stagione prevista a metà del prossimo anno.

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