Antonello Mosca
Nasce in provincia di Vicenza il complesso industriale che ha dato vita ad una azienda di pelletteria che sta conquistando davvero i mercati di mezzo mondo. Una produzione di borse, quella di «Francesco Biasia», dal gusto raffinato ed esclusivo, che stimola un pubblico importante con proposte di «valore» reale e tangibile, sviluppando i concetti di modernità, innovazione e gusto. Ne è una prova il successo che il marchio va riscuotendo nei negozi monomarca, nel Department Stores e multimarca selezionati in Italia, America, Inghilterra, Giappone e Spagna. Claudio Biasia è l'amministratore delegato del gruppo, appassionato del suo lavoro ma anche di design e architettura, e parlare della sua casa gli riesce cosa facile. «È un tema che mi ha sempre coinvolto, soprattutto perché penso che lo spazio in cui vivo mi deve rappresentare e nulla deve essere lasciato al caso ma anzi, tutto deve avere una sua logica e seguire un filo conduttore che immancabilmente abbia uno sbocco in uno stile ben preciso».
Lei mi diceva che ci è voluto tempo per trovare la «sua» casa.
«È così, per anni ho cercato un certo tipo di architettura che mi potesse ospitare e che rispondesse a dei canoni architettonici ben precisi, volumi molto ordinati, simmetria, sobrietà ed eleganza. Dopo lunghe ricerche ho individuato la casa ideale, la mia, in quella che risponde alle regole canoniche del neoclassicismo, quindi il tema che mi ha guidato nell'arredarla è certamente in questo stile».
Una casa importante quindi.
«Essendo un'architettura di fine Settecento può risultare un pochino aulica, ma lo spirito che mi ha animato nel sistemarla non ha tenuto conto di questa esigenza. Una casa per il mio piacere quotidiano, che non impressiona certo gli amici per le architetture che li ospitano».
Una casa di questo tipo non poteva che essere nelle mani di un appassionato dell'arte.
«Debbo confessare che con il passare del tempo il fascino dell'arte si è tramutato in me in una vera e autentica passione, che mi ha indotto ad approfondire ogni conoscenza, a visitare musei, consultare pubblicazioni, fino a farmi diventare un frenetico e appassionato collezionista».
Il suo soggiorno è davvero straordinario.
«In effetti è uno spazio perfettamente quadrato, con il soffitto a volte decorato da una brigata di personaggi intenti a conversare tra loro di arte e scienza, attorniati dalle allegorie dei quattro continenti. Il tutto riconduce all'iconografia dell'umanità universale, dove ci troviamo quotidianamente a conversare e coltivare relazioni, comodamente seduti in morbidi divani rigorosamente contemporanei».
La camera da letto è anch'essa particolare.
«Lo spazio in cui dormo mi deve avvolgere in modo quasi materno. Il soffitto è abbastanza basso, tappezzerie francesi coprono le pareti, un grande letto lucchese dei primi anni dell'Ottocento e una spettacolare libreria che accoglie per la maggior parte libri d'arte».
Mi sembra che il locale che ama maggiormente sia lo studio.
«È un locale che in verità mi affascina, pur nelle dimensioni modeste. Una grande finestra mette in risalto le decorazioni floreali delle pareti, il camino è in marmo nero, il soffitto a volta di un vivace rosso pompeiano, librerie su ogni lato: un giardino d'inverno che riscalda davvero il mio animo».
Mi sembra che tutto l'insieme sia estremamente affascinante, reso vivo e colorato non solo dalle soffittature ma anche dall'impiego dei tessuti.
«Non si può certo dire che la mia casa sia monotematica. Si mischiano e si fondono un sacco di colori e di tipologie di tessuti che vanno dalle sete ai velluti. Naturalmente però tutto rispetta il più puro gusto neoclassico».
Ha mai disegnato dei mobili per i suoi interni?
«In verità non l'ho mai fatto personalmente, perché ho dato delle esatte indicazioni per realizzare due dormesse che utilizzo per seguire la Tv. D'altra parte ogni mobile di questa casa mi ricorda un'asta, un rigattiere, uno straordinario negozio».
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