Siamo stati a Ponente, e in Val Bisagno. Ora il viaggio tra le 15 biblioteche comunali (o municipali) si conclude. Ecco le strutture civiche del centro e del Levante. La biblioteca centrale, quella per ragazzi, e le ultime due municipali non ancora descritte. Qui si incontrano anche due delle sole quattro biblioteche della città che fra i quotidiani messi a disposizione dei lettori hanno scelto anche il Giornale.
CENTRO
Fu fondata da un abate, vanta la seicentesca sala dei chierici e si trova in via del Seminario, ma la biblioteca Berio è più mondana che mistica. Perfino il gatto, Berio, che si aggira tra libri e scaffali, è diventato una star. A due passi dalla centralissima via XX Settembre ecco la biblioteca civica principale della città, affollatissimo ritrovo per lo studio, e non solo, di universitari, docenti e normali cittadini. Nell'ala moderna dell'edificio si trova la biblioteca, con un archivio preziossimo e numeri da capogiro: quasi 330 mila volumi, 13 mila iscritti al prestito, e un archivio di quotidiani che parte dalla prima antica gazzetta genovese del 1.644. Un sistema informaticizzato che fa sistema con le altre 14 biblioteche della città. Poi, tra i ben 10 quotidiani offerti in lettura gratuita al pubblico (prima di essere archiviati e nuovamente a disposizione degli utenti) oltre a Il Secolo XIX, La Repubblica, Il Corriere Mercantile, la Gazzetta del Lunedì, La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, L'Unità e Avvenire (che arriva gratuitamente) non poteva non esserci il Giornale (archiviato dal 1977), uno dei quattro quotidiani con cronaca locale. In questo caso, la sua assenza sarebbe stata grottesca, visto che alla Berio un quotidiano di partito (termine con cui il sindaco di Arenzano Pierluigi Gambino ha impropriamente definito il Giornale per giustificare l'assenza di questo quotidiano dalla biblioteca comunale di Arenzano) c'è davvero: l'Unità, pagata e archiviata dal 1924. C'è poi una convenzione con il Berio Cafè, il bar in cui si possono trovare, tra gli altri, i quotidiani sportivi e i principali stranieri che per problemi logistici e tecnici, la Berio - che è una biblioteca di conservazione (ossia che deve conservare tutto ciò che acquista) - ha deciso di non acquistare.
PORTO ANTICO
Per educare i bambini alla lettura dei quotidiani, e non solo per questo, anche nella biblioteca per ragazzi Edmondo De Amicis, i quotidiani non mancano. Ma quali quotidiani? Il Secolo XIX, Repubblica, il Corriere Mercantile, Il Corriere della Sera, La Stampa, La Gazzetta dello Sport. E Avvenire, solo nei giorni in cui esce con l'inserto per bambini Popotus. E il Giornale? Non c'è. «Noi come biblioteca per ragazzi i quotidiani non saremmo tenuti ad averli - dice Francesco Langella, responsabile scientifico della biblioteca - e quando eravamo in via Archimede, non ne avevamo». Invece da 10 anni si sono trasferiti al Porto Antico, ai magazzini del Cotone, al piano superiore della invidiatissima - altrove - Città dei bambini e le cose, a parte il Giornale, stanno cambiando anche per i quotidiani. «Stiamo facendo un grande sforzo, e oltre ad acquistare tutti i volumi, il numeroso materiale multimediale, per soddisfare le richieste dei i lettori, anche i più grandi, ci siamo abbonati a numerosi quotidiani» dice Langella. Ma quali lettori? «Soprattutto gli studenti universitari che sono tanti. Siamo una biblioteca centrale e i giovani vengono qui a studiare volentieri». Ma perché non c'è il Giornale e c'è per esempio la Gazzetta dello Sport? «Beh non mi è mai stato richiesto. E la Gazzetta dello Sport, per esempio, è uno dei quotidiani più appetibili per gli studenti universitari». Che però poi sono in gran parte gli stessi a scendere in piazza a protestare contro la Gelmini, senza ben sapere chi sia la Gelmini...
SAN FRUTTUOSO
La direttrice è Paola Casciuolo. La stessa della biblioteca Podestà di Marassi. E anche alla Lercari il Giornale c'è (oltre a Repubblica, Il Secolo XIX, Il Corriere Mercantile, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Tuttosport, La Gazzetta dello Sport, e Avvenire, quando è regalato). Solo che qui non siamo in un modesto appartamento trasformato in biblioteca. Ma in una storica villa della città. La biblioteca Lercari infatti, dal 20 gennaio 2006 è tornata in questa affascinante struttura, dopo esser stata a san Martino in quello che qui definiscono «un semplice rifugio d'emergenza». Ora invece, è un'altra storia: al primo piano della villa le cui prime origini risalgono addirittura al XVI secolo, si trovano numerosi manuali, incantevoli aule studio e il reparto riviste e quotidiani con vista sugli altrettanto storici giardini. Lì si fermano soprattutto gli anziani. Dentro invece ci sono più studenti, anche se meno di altrove, e 90.000 libri (di cui 30 mila di pregio) e opere di Luca Cambiaso, Andrea Ansaldo e la bottega dei Calvi.
NERVI
Negli interni ci sono i soffitti affrescati e ancora vecchi caminetti. Le finestre si affacciano direttamente sui parchi di Nervi. E su uno dei due terrazzi, il più piccolo, in quel momento è arrivato anche uno scoiattolo. Siamo nella bellissima villa Groppallo, sede della sezione dei carabinieri di zona, ma anche della biblioteca Brocchi, che sta per festeggiare i suoi trent'anni di vita. La direttrice Rita Porro ha scovato una vecchia soffitta da cui sta uscendo preziosissimo materiale d'archivio. Manifesti d'epoca che aiutano a ricostruire anche il periodo in cui la villa settecentesca, a inizio del ventesimo secolo, era divenuta un circolo per forestieri. Così, insieme alla prima storica direttrice della Brocchi, la signora Rovegno, hanno organizzato nelle settimane scorse un grande evento per lo speciale compleanno.
E' tardo pomeriggio, ma il via vai non manca. Perfino nel reparto riviste e quotidiani, quelli che in genere, si leggono la mattina. Ci sono il Secolo XIX, La Repubblica, Il Corriere Mercantile, il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, e la Gazzetta dello Sport. Manca il Giornale. Perfino a Nervi. Perfino nell'unica biblioteca del medio levante e del levante cittadino, zone in cui l'orientamento politico dei residenti, è storicamente più vicino al centrodestra. E il Giornale è ben gradito.
Riccardo Re
(2- fine)
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