Nipote Khomeini preso di mira da contestatori filo-governativi

Hassan, nipote del fondatore della Repubblica islamica iraniana, l'ayatollah Ruhollah Khomeini, è da tempo sotto pressione per le sue simpatie verso il movimento riformista. Già in passato contro di lui c'erano state contestazioni.

E' schierato con l'opposizione di cui, mese dopo mese, sta diventando uno dei simboli, il nipote dell'Ayatollah Rudollah Khomeini, Hassan. E molti puntano su di lui come possibile guida e riferimento per il futuro dell'Iran. Con la sua battaglia e la sua contestazione all'uso dell'immagine del nonno da parte dell'attuale governo sta contribuendo a rendere più visibile la spaccatura fra «khomeinisti» e «khameinisti». Riesce a muoversi grazie al suo cognome, al retaggio quasi sacrale che porta sulle sue spalle e all'immunità di cui gode nel paese. E pur gestendo le sue apparizioni con attenzione, rimarca le differenze politiche e ideologiche fra il nonno e l'attuale guida spirituale Ali Khamenei. «Mai e poi mai l'ayatollah Khomeini avrebbe tollerato l'interferenza dei militari nella politica» ha dichiarato nei mesi scorsi.
Nell'ultima settimana, però, la pressione esercitata su di lui sembra stia crescendo e gruppi di contestatori filo-governativi starebbero, in base alle frammentarie notizie che arrivano da Teheran, contestandogli in maniera più decisa le simpatie per il movimento riformista. Gli episodi, secondo quanto riferiscono siti dell'opposizione, sono avvenuti nell'ultima settimana durante cerimonie religiose nella città santa sciita di Qom e a Teheran. «Nasrallah è il vero nipote dell'Imam Khomeini», è uno degli slogan scanditi contro Hassan Khomeini, secondo quanto scrive il sito Kaleme, da gruppi di dimostranti filo-governativi. Un riferimento al capo Hezbollah sciita libanese, che si chiama Hassan proprio come il nipote della guida della rivoluzione del 1979 in Iran. Una delle cerimonie prese di mira dai fondamentalisti si stava tenendo nel quartiere di Jamaran a Teheran per il settimo giorno dalla morte di un genero dell'ayatollah Khomeini. In questa occasione, scrive il quotidiano Sharq, miliziani filo-governativi avrebbero anche preso a calci la porta della casa dell'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, che abita vicino.
Hassan Khomeini, 39 anni, non svolge attività politica diretta ma è considerato il più importante dei 15 nipoti della guida della rivoluzione islamica ed è custode del mausoleo del nonno, a sud di Teheran. Proprio qui, nel giugno dello scorso anno, Hassan Khomeini fu zittito da cori di fondamentalisti mentre parlava nel ventunesimo anniversario della morte dell'ayatollah. Quanto a Rafsanjani, nelle contestate elezioni presidenziali del 2009 aveva sostenuto il candidato moderato sconfitto, Mir Hossein Mussavi, poi divenuto leader dell'opposizione insieme a Mehdi Karrubi.
Nella complessa realtà iraniana quella che si sta profilando è una contrapposizione fra il simbolo per antonomasia della rivoluzione islamica e Khamenei.

Quando, l'anno scorso, Ahmadinejad è stato omaggiato ufficialmente per l'elezione a presidente, Hassan Khomeini, nonostante l'invito ufficiale di Khamenei, ha disertato la cerimonia ed è partito per un viaggio all'estero. Un'iniziativa dal forte valore simbolico che certo non è passata inosservata.

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