"Noi non siamo contro Sala, ma perché liberino gli ostaggi"

Anche Segre ieri al presidio della Comunità ebraica. "Stiamo parlando di bambini. Essere qui è già la risposta"

"Noi non siamo contro Sala, ma perché liberino gli ostaggi"
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Si sono trovati a manifestare davanti a Palazzo Marino. Proprio lì e non in un altro posto, è vero. Perchè il sindaco Sala, a differenza del governatore Fontana, non ha accolto la richiesta di illuminare di arancione la facciata del Comune. Invece Palazzo Lombardia si è acceso con quel colore, in segno di solidarietà e rispetto, quando sono stati barbaramente uccisi i piccoli Ariel, 4 anni e Kfir Bibas, 9 mesi. L'atto numero x (e speriamo sia un numero finito) di una guerra impietosa fra Israele e Palestina. «Perché non si passi sopra questo crimine senza indignarsi» ha spiegato Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica, che però ci tiene ad aggiungere: «Siamo davanti al Comune, il sindaco ha rifiutato la nostra richiesta simbolica ma quella di oggi non è una protesta politica. Se il primo cittadino scendesse ora a stringerci la mano lo accoglieremmo a braccia aperte».

In piazza della Scala alle 18.30, nonostante la pioggia. Con gli ombrelli aperti sopra le candele accese. E via ai palloncini in cielo, così i manifestanti con indosso le magliette arancioni - perché di questo raro colore erano i capelli dei due bambini - hanno sollevato lo sguardo al cielo. E insieme lo hanno fatto anche i passanti, forse in cerca di risposte. Sono intervenuti Liliana Segre, il rabbino capo, Alfonso Arbib e Stefano Parisi, presidente dell'associazione 7 ottobre. «Essere qui, vecchia come sono, è la risposta a qualsiasi domanda», così ha detto la senatrice a vita, testimone instancabile della Shoah, che ha ricordato più volte il dolore per tutti i bambini coinvolti nelle guerre.

Tre le richieste oggetto del presidio «assolutamente pacifico e privo di contenuti politici». Ha chiarito Meghnagi: «Non siamo contro qualcuno, non vogliamo entrare in polemica con nessuno. Chiediamo che la morte di questi bambini - e quella di tutti i bambini - non scivoli via nell'indifferenza. Poi chiediamo che la cittadinanza e tutto il mondo si uniscano alla nostra richiesta di liberare gli ostaggi. Infine, come naturale che sia, chiediamo che non vi siano più atti di anti semitismo». A chi gli chiede come mai il sindaco Sala si sia opposto all'accensione delle luci, Meghnagi risponde «di non aver parlato con lui e che forse si è trattato di una risposta data velocemente». A chi gli chiede se c'è un crimine peggiore degli altri, Meghnagi risponde che «le uccisioni dei bambini sono tutte uguali e non ci si deve abituare ai crimini, a maggior ragione se, come accaduto ad Ariel e a Kfir Bibas, vengono rapiti e torturati». In piazza sono arrivati i consiglieri di maggioranza, da Truppo (FdI) a De Chirico (FI), da Piscina a Verri (Lega). Di opposizione erano presenti i Riformisti Gianmaria Radice e Daniele Nahum che è membro della comunità ebraica.

Intanto un intergruppo in consiglio comunale si occuperà di rafforzare il dialogo istituzionale tra Milano e Israele per contrastare ogni forma di antisemitismo. Infine Primo Minelli, presidente Anpi provinciale, ha invitato «a non usare la vicenda dei due bambini per polemizzare con l'amministrazione comunale: ci sono tanti altri argomenti per farlo».

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