a Milano-Sanremo, come anticipato ieri, non partirà dal Vigorelli come l'anno scorso, da piazza Castello o da qualche luogo simbolo della città che ha visto nascere la «Classicissima» ma da Abbiategrasso, che ha colto al volo l'occasione (e i riflettori) offerta da Rcs Sport per l'edizione 114 della gara ciclistica. Da tempo il settore dello sport e non solo lamenta i costi troppo alti - dall'occupazione del suolo pubblico agli straordinari dei vigili - per organizzare eventi che danno lustro e indotto anche alla città che li ospita. Ieri dall'assessorato allo Sport del Comune, che fa capo a Martina Riva, hanno precisato di non essere stati contattati dagli organizzatori, non sono arrivate formali richieste nè alla Polizia locale nè all'Ufficio Cosap per l'organizzazione dell'evento. Se stanno così le cose, viene però da chiedersi se la Milano-Sanremo venga considerata dal Comune come un mini-torneo di cui ci si possa anche dimenticare. Manca un mese al via, se il capoluogo non avesse voluto davvero farsi «scippare» l'evento, si sarebbe potuto attivare per tempo, e valutare a monte le richieste degli organizzatori, trovare un punto d'incontro. Anche il Giro d'Italia quest'anno «salterà» Milano. Tant'è, nella città olimpica il settore sportivo sta attraversando un brutto momento. Ieri la società Nuotatori Milanesi ha annullato la sessione delle categorie Assoluti del «Trofeo città di Milano», in programma il 17 e 18 marzo e valida per ottenimento dei tempi limite per i campionati del mondo, a causa dell'indisponibilità della piscina comunale «Samuele» di via Mecenate, in gestione alla Federazione italiana nuoto (Fin) Lombardia. «Abbiamo fatto tutto il possibile per scongiurare questa scelta, anche in virtù del lungo stop iniziato con il Covid, ma siamo costretti a sospendere. Non esiste una soluzione per mantenere gli standard dell'evento» ha spiegato il presidente Roberto Del Bianco. Una scelta «gravosa, anche in considerazione dell'impegno preso con gli enti che hanno già concesso il patrocinio, con la Rai, gli sponsor, gli hotel, per l'opportunità sportiva e di spettacolo che l'evento tradizionalmente offre». I lavori di ristrutturazione all'impianto avviati da Fin Lombardia dovevano hanno finire già a metà settembre ma hanno registrato ritardi non più recuperabili in tempo per le gare. E «sono emerse delle magagne strutturali». Il problema è che una città come Milano non ha in questo caso dei «piani b», la piscina Saini «è inagibile e non ci sono impianti con caratteristiche idonee, salvo la piscina olimpionica privata della Bocconi ma l'affitto era insostenibile. Abbiamo valutato altre opzioni anche a Lodi o Busto Arsizio ma c'erano problemi logistici e di accoglienza». In gara ci sarebbero state «la Nazionale italiana, molti atleti stranieri ai primi due o tre posti al mondo». In compenso verrà prolungata di un giorno la sessione dedicata alle categorie giovanili.
Last but not least, è ancora chiuso e senza ghiaccio dal 22 gennaio il PalaAgorà di via dei Ciclamini, l'unico palazzetto di Milano per gli sport su ghiaccio. La causa? Una grana dopo l'altra. Nel 2020 il Comune aveva lanciato un bando per la riqualificazione e gestione dell'impianto ma il vincitore, Agora Skating Team, la scorsa estate si è tirato indietro. La giunta ha quindi lanciato a novembre un nuovo bando per il partenariato e un mini bando per la gestione «ponte» di un anno. C'è un'offerta ma è ancora soggetta a tutte le verifiche di norma per l'aggiudicazione definitiva. Nel frattempo, il vecchio gestore Agorà srl, che avrebbe dovuto mantenere l'impianto fino all'ingresso del nuovo, ha avuto problemi con il pagamento delle bollette A2a.
Il caro energia ha colpito durissimo, oltre a un conguaglio da 185mila euro ricevuto a maggio la società si è trovata con aumenti del 350%. L'utenza è stata «staccata» per morosità, il ghiaccio si è sciolto e circa 300 atleti sono rimasti a casa. «Il Comune sta facendo e fa di tutto per restituire l'Agorà alla città» assicura l'assessore Riva.
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