Terni - Un giovane diacono si è suicidato lanciandosi dalla Rupe di Orvieto dopo che era arrivato il "no" alla sua ordinazione a sacerdote. Proprio oggi la diocesi orvietana aveva reso noto che la sua ordinazione era stata fermata "per diretto intervento della Santa Sede". "Sono fragile - ha scritto il diacono in una lettera lasciata in camera sua - chiedo perdono".
Il ritrovamento del cadavere Luca Seidita si è lanciato ieri sera, tra le 21,30 e le 22, dalle mura medievali di Orvieto, da un’altezza di 30 metri. A trovare il corpo è stato un passante che portava a spasso il cane. Gli accertamenti sono svolti dai Carabinieri, coordinati dalla procura di Orvieto. Ieri sera il sostituto Flaminio Monteleone si è recato sul posto insieme ad un medico legale e ai vertici locali dell’Arma. I primi accertamenti avrebbero evidenziato sul cadavere lesioni dovute alla caduta ma non segni di violenza di altro tipo. La salma è comunque a disposizione della magistratura, che in giornata deciderà sull’autopsia.
La lettera del diacono In una lettera lasciata nella sua camera nella curia orvietana, il diacono ha spiegato di essersi suicidato per il diniego a diventare sacerdote. La lettera è stata scritta al computer, ma secondo gli inquirenti non ci sono dubbi che l’autore sia stato il diacono. Nessuna incertezza - ha confermato il procuratore - anche sul fatto che Seidita si sia suicidato. "Volevo diventare sacerdote e tutta la mia vita è stata dedicata a questo, ma mi è stato negato", così il diacono ha sintetizzato il motivo che lo ha indotto a togliersi la vita.
Santa Sede: "Non era maturo" Secondo la Santa Sede Seidita "non era maturo" per diventare
sacerdote. A rivelarlo è stato il vescovo di Orvieto, monsignor Giovanni Scanavino, parlando di "divergenze di valutazione" con i dicasteri romani. "Per me era pronto a diventare prete", ha sottolineato monsignor Scanavino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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