Nove vittime, il cigno assassino insanguina la foce del fiume Roja

Pesa dieci chili e non perdona: ne sanno qualcosa anche papere, anatre e oche

Federico Marchi

Nove vittime negli ultimi sei mesi. Una media degna del migliore, o del peggiore, dei serial killer che la storia possa ricordare. Protagonista però non è uno psicopatico sanguinario armato di coltello, ma un bianco e, apparentemente, amabile cigno di 10 Kg che vive a Ventimiglia. Soprannominato ormai il «cigno killer» sta spargendo il terrore mietendo vittime fra i suoi simili alla foce del fiume Roja.
La sua prima comparsa nella città di confine risale a poco più di un anno fa, quando è iniziata la lunga scia di sangue. Si tratta di un esemplare violento che, già da subito, ha stupito anche gli esperti per i suoi modi particolarmente aggressivi. Le sue vittime preferite sono papere, anatre, oche e, soprattutto, gli altri cigni nove dei quali sono già stati trovati morti. Ultimamente alcuni esemplari rinvenuti privi di vita hanno fatto temere per un allarme aviaria, ma dopo un'attenta analisi, quasi un'autopsia, è subito emersa la natura violenta della morte. Quasi in segno di sfida verso gli inquirenti è, infatti, solito agire sempre con il medesimo modus operandi, quasi a voler firmare i propri delitti. Sono in molti i testimoni che lo hanno visto aggredire gli altri volatili, apparentemente senza ragione, beccandoli sul collo, girandogli la testa e tenendoli sott'acqua fino a farli annegare. Tutto questo sembrerebbe frutto della fantasia di uno scrittore horror, invece è tutto vero.
«Conosciamo bene quest'esemplare - ha detto Luigi Covi, comandante del corpo forestale dello Stato di Ventimiglia - Spesso nei nostri servizi nelle oasi della zona, dove controlliamo il rispetto delle norme in materia di pesca e tutela dell'ambiente, cerchiamo di individuarlo per studiare le sue mosse. Molte volte è capitato che siamo andati in soccorso di animali feriti che sono riusciti a scampare ai suoi attacchi, portando poi cigni con le ali spezzate in un centro veterinario specializzato di Torino».
L'ultimo episodio è avvenuto mercoledì scorso nell'oasi faunistica del Nervia, dove gli agenti della forestale avevano portato due oche trovate a passeggiare nella centrale via Hanbury. Era stata scelta per la reintroduzione proprio la foce del Nervia, e non del Roja, perché ritenuta sicura. Dopo poco, invece, il cigno killer ha fatto la sua comparsa aggredendo i due animali. Fortunatamente uno degli agenti, ancora in zona, si è accorto di quanto stava avvenendo ed è subito accorso salvando le due oche dal tragico destino, rischiando però lui stesso di essere attaccato, l'uomo sembra infatti non spaventare più di tanto il «cigno assassino». «I cigni sono animali territoriali e quindi, per difendere i propri confini o le femmine, possono essere anche aggressivi - precisa il comandante Covi - ma questo ha un comportamento veramente eccessivo».
Il caso è seguito da vicino anche da molti cittadini come il signor Carlo Carli che, dopo essere andato in pensione, si occupa dei volatili presenti nelle oasi portando loro il cibo o come il consigliere comunale Bruno Strangio testimone di alcuni attacchi. «Il cigno si apposta e aspetta le sue vittime - ha raccontato - poi le blocca per il collo e le annega». Un macabro spettacolo che attira spesso anche un vero pubblico di passanti che si fermano, incuriositi dalla sua fama.

Il Comune di Ventimiglia, con una recente delibera, ne aveva anche disposto il trasferimento in altra zona ma il cigno dopo poco, come in un film, si è ripresentato per nulla disposto ad abbandonare il suo territorio di caccia, pronto a colpire ancora.

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