Nucleare, pure la Consulta in campo: via libera al quesito del referendum

La Corte costituzionale ha dato il via libera al nuovo quesito sul nucleare così come riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche introdotte dalla legge "omnibus". La decisione è stata presa all'unanimità. Di Pietro si affretta a cavalcare la sentenza: "E' una lezione giuridica e di civiltà"

Nucleare, pure la Consulta in campo: 
via libera al quesito del referendum

Roma - Anche la Corte costituzionale scende in campo. La Consulta ha infatti dato il via libera al nuovo quesito sul nucleare così come riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche introdotte dalla legge "omnibus". La decisione sarebbe stata presa unanimemente dai giudici dopo aver ascoltato stamane i legali delle parti in camera di consiglio. Le motivazioni della decisione, scritte dal giudice Giuseppe Tesauro, saranno depositate in giornata.

"Quesito chiaro e omogeneo" Il quesito referendario sul nucleare, così come è stato riformulato dalla Cassazione, è "connotato da una matrice razionalmente unitaria e possiede i necessari requisiti di chiarezza, omogeneità ed univocità". Lo ha sottolineato la Corte costituzionale, nella sentenza depositata oggi. I giudici costituzionali hanno osservato che le norme delle quali si propone l'abrogazione (commi 1 ed 8 dell’articolo 5 del dl omnibus) risultano, dopo la riformulazione del quesito da parte dell`Ufficio centrale della Cassazione, "unite da una medesima finalità": quella cioè "di essere strumentali a consentire, sia pure all`esito di ’ulteriori evidenze scientifichè sui profili relativi alla sicurezza nucleare e tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore, di adottare una strategia energetica nazionale che non escluda espressamente l`utilizzazione di energia nucleare, ciò in contraddizione con l`intento perseguito dall`originaria richiesta referendaria, in particolare attraverso l`abrogazione dell`art. 3 del d.lgs. n. 31 del 2010". Dunque, "anche il quesito in esame - ha osservato ancora la Consulta nella sentenza di ammissibilità del referendum sul nucleare - mira a realizzare un effetto di mera ablazione della nuova disciplina, in vista del chiaro ed univoco risultato normativo di non consentire l`inclusione dell`energia nucleare fra le forme di produzione energetica". E ciò "fermo restando, ovviamente, che spetta al legislatore e al Governo, ciascuno nell`ambito delle proprie competenze, di fissare - concludono i giudici costituzionali - le modalità di adozione della strategia energetica nazionale, nel rispetto dell`esito della consultazione referendaria".  

Il via libera della Consulta Dopo le audizioni di questa mattina, i legali delle parti hanno spiegato ai giornalisti le rispettive posizioni: il costituzionalista Alessandro Pace, in rappresentanza di Antonio Di Pietro e del comitato promotore del referendum, ha sostenuto che "i lavori preparatori del dl omnibus dimostrano chiaramente l’intenzione del legislatore: le opposizioni hanno presentato dei subemendamenti per bloccare in modo chiaro il nucleare, ma il Governo si è opposto e Camera e Senato hanno votato contro". Mentre l’avvocato Gianluigi Pellegrino, in rappresentanza del Pd e del Movimento difesa del cittadino, ha spiegato che "la nuova legge è più nuclearista della precedente, dice che il piano nazionale va fatto 'entro' dodici mesi, è un termine sollecitatorio, quindi rappresenta un’accelerazione in direzione del nucleare, che non viene affatto escluso dal piano". "La scelta del Governo - ha obiettato Stefano Crisci, legale dell’associazione 'ecologista' pro-nucleare Fare Ambiente - è stata quella di non fare il nucleare. Quindi ora abrogare questa norma impedirebbe al cittadino italiano di avere il piano energetico".

L'Idv cavalca la sentenza L'Italia dei Valori ha subito cavalcato la sentenza della Consulta per fare campagna elettorale in favore del quorum. "Dopo quest’ultima lezione giuridica e di civiltà - ha commentato il leader Idv, Antonio Di Pietro - ci auguriamo che il governo la smetta di frapporre bastoni tra le ruote del referendum sul nucleare". L'ex pm ha subito ricordato che "votare è un diritto e un dovere dei cittadini previsto dalla Costituzione".

"Lasciamo che siano loro a decidere sul proprio futuro, specie su una materia così delicata, come quella della costruzione di centrali nucleari sul nostro territorio, che interessa tutti i cittadini, anche coloro che hanno votato, e ancora vogliono votare, a favore di questo governo", ha concluso Di Pietro spiegando che l’Italia dei Valori "rinuncia a qualsiasi pretesa di primogenitura e invita tutti i cittadini a votare serenamente, e secondo coscienza, senza preoccuparsi se il loro voto possa incidere sulla tenuta di questo governo".

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