Lo stadio del Milan sull'area ora occupata dall'Ippodromo La Maura? «L'ippodromo si trova all'interno del Parco agricolo Sud che è un'area tutelata e normata dal Piano di coordinamento territoriale del parco, che non prevede la possibilità di edificare uno stadio. Stante il fatto che al direttivo non è arrivata nessuna richiesta. Anche se la struttura ha una destinazione d'uso sportivo, che nulla ha a che vedere con uno stadio, che avrebbe un impatto in termini ambientali e di volumi inaccettabile». Parola del presidente del Parco Daniele Del Ben. La finalità per la quale nasce l'ente è quella di tutelare la vocazione ambientale e agricola del parco. La destinazione urbanistica dell'Ippodromo, secondo il pgt del Comune di Milano è sportiva, ma per potere edificare uno stadio servirebbe una variante urbanistica.
L'ente parco, che vede nel suo direttivo il presidente, due vicepresidenti, uno delegato dal Comune di Milano e uno eletto dai 59 Comuni (più Milano) che compongono il parco, dalla Città metropolitana, dai rappresentanti degli agricoltori e dagli ambientalisti, si appresta a cambiare governance per cui per ora lavora solo sull'ordinaria amministrazione. La legge regionale 130 di modifica della governance del parco, approvata il 1 dicembre 2022 dal Consiglio regionale lombardo prevede appunto un cambio con l'ingresso di tre membri espressi dalla Regione Lombardia. La Regione, però, avrebbe dovuto esprimere un commissario entro gennaio, cosa che non è avvenuta. Una volta nominato, il commissario avrà il compito di fare una ricognizione del patrimonio dell'ente, in 90 giorni. Dopodiché si avranno 60 giorni per mettere mano allo statuto che dovrà poi essere approvato dai Consigli comunali dei 60 Comuni che ne fanno parte.
Per poter eventualmente modificare il Piano di coordinamento territoriale e quindi sbloccare il vincolo dell'Ippodromo ci sarebbero due alternative: un nuovo piano, cui potrebbe mettere mano il nuovo ente, con un iter particolarmente complesso e lungo, oppure un Accordo di programma che veda coinvolti tutti gli enti interessati. Ecco quindi che nella partita dell'eventuale stadio del Milan all'ippodromo La Maura entra in gioco la Regione, che appunto entrerà nella governance del parco plausibilmente entro fine anno, se verranno rispettate le tempistiche.
Ma questo significherebbe snaturare radicalmente quella che è la naturale vocazione del Parco con tutte le conseguenze politiche, di opinione pubblica e le implicazioni di ordine pratico che un atto del genere o un accordo di programma comporterebbe. Tutto questo sta a monte del tipo di progetto che il Milan potrebbe o meno presentare, nonostante il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha visto 17 consiglieri della maggioranza su 31 (lista Sala, dei Verdi e Pd) depositare una mozione di Consiglio comunale contro l'ipotesi di un nuovo stadio all'Ippodromo, anche ieri abbia ribadito di «trovare profondamente sbagliato un atteggiamento anche di una parte del Pd che non avendo ancora visto il progetto dice che non va bene. Vediamolo almeno». Si procede, nonostante il no espresso dai partiti della maggioranza, perché «è una questione di serietà - spiega Sala -. Se il progetto non sarà tale da poterlo poi avviare per l'iter necessario sarà un'altra cosa, ma prima non si dice di no». Arriva a stretto giro di posta la replica del capogruppo di Europa verde Sala sindaco, Carlo Monguzzi: «Non mi sembra né ragionevole né utile che si metta in crisi la maggioranza sulla Maura per assecondare le giravolte di un fondo speculativo, di cui non si conoscono ancora gli assetti proprietari, che pensa solo a trarre profitti. Non ha senso aspettare un progetto per capire quanto verde rimane, non si deve a Milano costruire sul verde!!!». Contrari all'ipotesi ippodromo anche rappresentanti del centrodestra come il consigliere regionale di Forza Italia Giulio Gallera e il capogruppo a Palazzo Marino Alessandro De Chirico: «Siamo da sempre per un deciso e convinto sì alla realizzazione di un nuovo stadio a Milano, ma non sull'area della Maura, del tutto inadeguata. Stop ai tentennamenti del sindaco Sala, si torni al progetto originale di Inter e Milan oppure all'area di Porto di Mare.
Il sindaco ora deve sbrogliare la matassa - concludono Gallera e De Chirico - oppure si troverà da solo con il vecchio Meazza vuoto e inutilizzato, spese insostenibili a carico del Comune, sempre maggiore degrado e le due squadre di calcio emigrate altrove».
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