Obama: "Non siamo fuori dal tunnel"

La Casa Bianca avverte le banche: "Non lascerò che i soldi dei contribuenti finiscano in un buco nero". E attacca gli abusi sulle carte di credito. Trichet (Bce) ritiene possibile un nuovo taglio dei tassi dello 0,25%

Obama: "Non siamo fuori dal tunnel"

«Non siamo fuori dal tunnel. Per l’economia si prospettano ancora tempi difficili. Il credito continua a non fluire». A lanciare l’allarme è il presidente degli Stati Uniti: dal vertice delle Americhe a Trinidad e Tobago, Barack Obama sfida il mondo bancario, in attesa dei risultati degli stress test, che diranno quanto capitale serve ai 19 principali istituti di credito Usa. «Se ci sarà bisogno di altri soldi dei contribuenti io ho la responsabilità di assicurare la trasparenza e la responsabilità delle operazioni» e aggiunge «non intendo gettare i soldi dei contribuenti in un buco nero, dove è impossibile vedere i risultati». Non solo: Obama intende prendere di mira gli abusi nell’utilizzo di carte di credito e le trappole pubblicitarie che hanno portato gli americani a trovarsi spesso obbligati a pagare alti tassi d’interesse. «Dobbiamo far qualcosa - ha detto Larry Summers, il numero uno del team economico della Casa Bianca - per fermare la pratica del marketing del credito con forme che creano dipendenza nella gente».

L’economista ha però anche sottolineato che occorre educare la popolazione a risparmiare di più e a ridurre la propria «dipendenza da plastica», cioè dalle carte di credito, tanto più che l’economia dovrà ancora fronteggiare «sostanziali» rischi al ribasso e la strada per uscire dalla crisi «è lunga». Dal canto suo, il segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner, non vede all’orizzonte una seconda ondata di crisi bancarie negli Stati Unit e fa sapere che il governo è pronto a fornire quegli aumenti di capitale che si riveleranno necessari. «Siamo pronti a fornire - dice Geithner, in un’intervista all’Asahi Shimbun - il quantitativo di aumenti di capitali necessario», anche se, aggiunge, «gran parte di questi aumenti arriveranno dal mercato. Dire che siamo pronti, non significa affermare che forniremo i soldi».

In ogni caso, prendere il controllo di grandi banche in difficoltà non è tra gli obiettivi dell’amministrazione Obama e la Casa Bianca non sta valutando alcuna nazionalizzazione: lo ha detto il capo dello staff della presidenza americana, Rahm Emanuel.

Il numero uno del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, fa intanto sapere che l’istituto taglierà le sue stime sull’economia globale e che si aspetta l’inizio della ripresa nella prima metà del 2010. Per quanto riguarda Eurolandia, infine, la prossima mossa della Bce potrebbe essere un taglio dei tassi d’interesse - attualmente all’1,25% - di un quarto di punto.

È quanto ricorda il presidente dell’Istituto centrale di Francoforte, Jean-Claude Trichet, che l’altro ieri ha ribadito di considerare non appropriato scendere al livello dei tassi zero.

«Non ho escluso - sostiene Trichet in un’intervista al giornale Yomiuri - che avremmo potuto tagliare i tassi in modo molto misurato. Ho detto: oggi abbiamo tagliato i tassi dello 0,25% e questo è un livello misurato. Questa è perciò la scala della nostra possibile mossa».

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