Occupazione flop, dopo sei giorni i no global liberano la «Casa dello sciopero»

Gli antagonisti che avevano preso abusivamente una palazzina di tre piani in via De Amicis ammettono il fallimento dell'operazione. Ma De Corato tuona: «Dopo il pentimento non finisca tutto a tarallucci e vino, le occupazioni lampo non restino impunite».

É durata sei giorni l'occupazione di una palazzina di tre piani in via De Amicis. Questa mattina i centri sociali hanno liberato quella che avevano battezzato come la «Casa dello sciopero», presa abusivamente lo scorso 25 gennaio in vista dello sciopero del 28 indetto dalla Fiom. Lo hanno comunicato gli stessi antagonisti con un comunicato diffuso attraverso il sito internet Indymedia. E hanno dichiarato il fallimento dell'operazione. Lo scopo dell'occupazione spiegano era «di rendere possibili incontri intorno alla gestione del superamento della pratica tradizionale dello sciopero» ma «in questi giorni ce ne sono stati pochi e l'ipotesi da questo punto di vista non è stata confermata». Quindi: tutti a casa. Anche se gli antagonisti sono pronti a riprovarci, «occupare in questo modo resta valido secondo noi, sarà riproposto appena se ne sentirà il bisogno». Ma il vicesindaco Riccardo De Corato ora tuona: «Mi auguro che dopo il "pentimento" adesso non finisca tutto a tarallucci e vino e che si proceda alla denuncia degli abusivi, senza che passi il principio dell'occupazione lampo come se la temporaneità degli eventi possa legittimare questo tipo di azioni». Che qualcuno, prosegue De Corato «possa prendersi con la violenza immobili pubblici o privati, seppur a tempo determinato, per farvi ciò che vuole è un principio intollerabile.

Sarebbe la conferma di un pericoloso precedente che genererebbe un ulteriore effetto domino delle occupazioni. Perché altri no global e appartenenti all'area antagonista, oltre agli stessi che si sono già dichiarati pronti a riproporlo, vorranno emulare il gesto».

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